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FABRIZIO PIACENTE, GIOVANNI PISCOLLA, MARCELLO CORONINI: LE TRE FIRME ITALIANE CHE HANNO VINTO IL CONCORSO GIORNALISTICO INTERNAZIONALE “SICILIA MADRE MEDITERRANEA”. SEI I PREMIATI ESTERI AKANEGAKUBO, HEERING, JENSEN, PETER LOEWE, MALLEBREIN, PILLER

Fabrizio Piacente (Tg2), Giovanni Piscolla (Italia Oggi), Marcello Coronini (Euposia): ecco i tre giornalisti sul podio per la sezione “italiana” dell’edizione n. 3 del Premio Giornalistico Internazionale “Sicilia Madre Mediterranea”, di scena il 19 dicembre a Palermo.

Il premio, promosso dall’assessorato regionale all’agricoltura, guidato da Giovanni La Via, premia i giornalisti che sono riusciti a portare in giro per il mondo l’essenza dell’identità e il patrimonio culturale della Sicilia. La giuria, che si è riunita per via telematica, ha espresso pareri lusinghieri sulla qualità dei contributi pervenuti da 14 paesi diversi. Erich Kush, già presidente dell’associazione stampa estera in Italia, ha presieduto una giuria d’eccezione: Marcelle Padovani, corrispondente del Nouvel Observateur; Rossend Doménèch, corrispondente per El Periodico di Barcellona; Mary Simeti Taylor, giornalista e scrittrice americana; Gaetano Basile, giornalista e scrittore siciliano; Bruno Gambacorta della Rai, Silvio Barbero, fondatore e responsabile di Slow Food Italia, e la regista Roberta Torre.

Sei i premiatiper la sezione internazionale del concorso: Tetsuro Akanegakubo (Giappone-Shakai Shimpo), Aart Heering (Olanda-Alegemeen Dagblad), Jesper Uhrup Jensen (Danimarca-Gastro), Peter Loewe (Svezia- DagensNyheter), Benigna Mallebrein (Germania-Divino) e Tobias Piller (Germania-Frankurter Allegemeine).

“Se lo scopo del premio - spiegano dalla giuria - è quello di promuovere e valorizzare l’immagine e la conoscenza del patrimonio culturale, oltre i prodotti della cultura enogastronomica siciliana, lo scopo è stato raggiunto nel migliore dei modi». Gli articoli e i servizi selezionati quest’anno per il giudizio della Giuria hanno coperto infatti molti aspetti della Sicilia agro-alimentare, rivolgendo sempre grande attenzione allo sfondo culturale e storico. Il quadro che ne esce è una Sicilia laboriosa e virtuosa che supera gli stereotipi classici del Nordeuropea. Critiche molte, apprezzamenti molti di più. L’integrità del giornalista che racconta è salva. La Sicilia raccontata al Nord è redenta”.

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