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SCENARIO APOCALITTICO PER IL FUTURO AGROALIMENTARE MONDIALE: I PREZZI DEGLI ALIMENTI POSSONO SOLO AUMENTARE E LE SCORTE DI GRANO SI STANNO ESAURENDO. ALLARME LANCIATO DA LESTER BROWN, PRESIDENTE DELL’EARTH POLICY INSTITUTE

La nostra civiltà è in pericolo perché stiamo finendo le scorte di grano e i prezzi degli alimenti non faranno che aumentare. E’ l’allarme lanciato da Lester Brown, presidente dell’Earth Policy Institute di Washington, secondo cui l’aumento del prezzo del cibo degli ultimi tempi non è un fatto temporaneo. L’anno prossimo sarà addirittura peggiore.

Intervistato da “Left”, la rivista diretta da Pino Di Maula, Brown illustra le tesi contenute nella terza versione del suo bestseller, in uscita a metà gennaio: “Plan B 3.0 Mobilizing to save civilization”. La conversione crescente di terreni a usi non agricoli, la costruzione di strade e case, l’eccessivo pompaggio di acqua e lo smodato consumo di risorse mettono il sistema sotto pressione. “Se i prezzi continuano ad aumentare - dichiara Brown - vedremo ancora più gli Stati Uniti andare in crisi”.

Per Brown la questione ambientale è ogni anno più urgente ed il fattore tempo sta diventando la risorsa più scarsa. I cambiamenti climatici non investiranno solo l’Occidente (con lo scioglimento dell’Artico e della Groenlandia il livello del mare salirà di sette metri e tante città, a cominciare da Venezia, dovranno essere abbandonate) ma anche Cina e India: molti fiumi asiatici già ora sono secchi e se ciò accadrà al Gange i problemi diventeranno ingestibili.

“La verità - conclude Brown - è che siamo tutti coinvolti. O ci salviamo tutti assieme o decliniamo tutti assieme”. Per ridurre le emissioni di Co2 e affrontare le questione del cambiamento climatico serve una ristrutturazione economica da tempi di guerra, “molto simile a quella americana del 1942, dopo l’attacco giapponese a Pearl Herbor”. La proposta è di ridurre le tasse sul reddito e aumentare quelle sui combustibili fossili: in questo modo non combierà la quantità di tasse che paghiamo ma su cosa le paghiamo. Tutto ciò incoraggerebbe automaticamente gli investimenti nelle energie rinnovabili e scoraggerebbe quelli in centrali elettriche a carbone. Tocca agli Stati Uniti - spiega Brown nel numero di Left del 10 gennaio - passare all’azione. “Se lo fara’, gli altri seguiranno”.

Il vento sarà la fonte alternativa che si svilupperà di più: entro il 2020 il 40% dell’elettricità mondiale verrà dall’eolico. Il resto sarà fornito dall’energia solare, dalle biomasse e dal gas naturale. Il nucleare invece, a suo giudizio, appare un’opzione non praticabile e economicamente non valida.

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