02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

GALLINE OVAIOLE: LA COMMISSIONE DELL’UNIONE EUROPEA CONFERMA NO GABBIE DA 2012

La Lav ha appreso con soddisfazione la decisione della Commissione Europea “di confermare, dal 2012, la Direttiva Europea di bando dell’allevamento delle gabbie di batteria per le galline ovaiole”.
Questa decisione segue l’adozione di un rapporto della Commissione Unione Europea sulle gabbie di batteria per l’allevamento delle galline, ed è la logica conseguenza delle evidenze scientifiche che mostrano le sofferenze qui sono sottoposte le galline allevate in questo tipo di gabbie, e del rifiuto dei consumatori nei confronti di questo cruento sistema di produzione.
“Esprimiamo grande apprezzamento - dichiara Roberto Bennati, vice presidente Lav -per la posizione della Commissione Europea perché è la conferma che abolire le gabbie di batteria è doveroso sia per le galline ovaiole, sia per l’opinione dei consumatori che hanno più volte espresso la condanna di questo sistema di allevamento cruento e irrispettoso degli animali. Sarà ora necessario che l’industria effettui la riconversione verso sistemi non in gabbia maggiormente apprezzati dai consumatori”.
“Gli studi della Commissione europea hanno smentito le cifre catastrofiche diffuse dall’industria avicola sull’impatto economico di questa riconversione - prosegue Bennati - e gli studi scientifici hanno chiaramente dimostrato che le galline non in gabbia si ammalano di meno fornendo anche uova migliori”.
Le galline allevate nelle gabbie in batteria non hanno la possibilità di esprimere il loro comportamento naturale, come spiegare le ali, fare bagni di polvere, appollaiarsi o razzolare il terreno in cerca di cibo, perchè le gabbie metalliche nelle quali sono poste hanno le dimensioni di un foglio A4 (21 x 29 centimetri). Studi scientifici hanno evidenziato che questo tipo di allevamento intensivo crea alle galline gravi patologie. I consumatori europei stanno sostituendo l’acquisto di uova provenienti da allevamenti in gabbia, con quelle da allevamenti biologici o da galline allevate all’aperto o a terra, e in alcuni Paesi le uova provenienti da allevamenti in batteria stanno scomparendo.
“Le istituzioni italiane - conclude Bennati - facciano tesoro della pronuncia della Commissione Unione Europea e sostengano attivamente la riconversione verso allevamenti non in gabbia, dando un concreto segnale politico ed economico verso un maggior benessere degli animali in allevamento, perseguendo da subito l’applicazione della direttiva e raccogliendo l’invito delle Commissione a promuovere l’informazione sui sistemi non in gabbia, al fine di rendere più trasparente e meno fuorviante il sistema di etichettatura che oggi permette di apporre sulle confezioni delle uova in gabbia immagini di galline libere in prati verdi, e relegare le diciture obbligatorie nella parte sottostante della confezione e a carattere quasi illeggibile per il consumatore, ingannando lo stesso sulla provenienza delle uova”. L’8 e 9 marzo 2008 la Lav sarà in oltre 350 piazze in tutta Italia per chiedere che anche il Governo italiano applichi questa Direttiva, entro il 2012, e si faccia promotore della riconversione verso allevamenti senza gabbie.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli