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TARTUFI: VENDITE-BOOM NEL RUSH DI FINE ANNO. RACCOLTA SCARSA E TOP QUALITA’. RINCARI DEL +40%

Da anni non si vedevano tartufi bianchi d’Alba al top della qualità fino alle festività di Natale e Capodanno. Annata tardiva dunque, magra, e a prezzi da capogiro, fino al record di 600 euro l’etto. “Venduti dal 30 al 40% in più rispetto al 2006 e - come sottolinea il direttore del Centro Nazionale Studi Tartufi, Mauro Carbone - a prezzi costantemente alti per tutta la stagione; senza giornate al ribasso. Con qualche problema per i ristoratori locali mitigato dalla presenza-record di turisti, mentre le rinomate trifole sono state perlopiù vendute all’estero”.
La stagione di raccolta del Tuber Magnatum Pico, che si chiude in Piemonte giovedì 31, ha fruttato, secondo stime della Borsa Nazionale del Tartufo (la piazza di Asti) 1700 kg, 200 kg in più rispetto all’anno precedente. Un dato quantitativo in controtendenza rispetto alle altre regioni italiane in calo del 20% dove, dice Carbone “si vorrebbe dimenticare presto l’ultima annata: l’assenza dell’inverno non ha fatto proprio nascere tanti di questi profumatissimi funghi ipogei”.
La Borsa riflette le transazioni avvenute sui mercati, mai così effervescenti come nel 2007, ma non contemplano tutte le compravendite perché i cercatori possono legalmente cedere il prodotto trovato senza alcun documento fiscale. E i trifolau, i protagonisti di questi mondo sommerso sono schivi e, continua Carbone “sicuramente reticenti nell’illustrare i segreti di questa fascinosa corsa notturna all’oro dove nessuno, comunque, trova il filone e può permettersi di vivere solo di cerca tartufigena. Il cercatore è sempre un’attività tra l’hobbismo e il secondo lavoro.
Nelle Langhe - sottolinea Carbone - il vero business sta nel turismo legato al tartufo, un vero e proprio moltiplicatore del giro d’affari, attraverso l’indotto, fino al 25%. Con una stagione d’arrivi (120.000 ingressi al mercato del tartufo ad Alba) che si sa spostando in avanti, dando ai buongustai - sempre più americani, francesi e svedesi - un secondo buon motivo dopo la vendemmia per tornare nel basso Piemonte. Ma che funziona - avverte il direttore del Centro Studi - con listini per i bianchi ragionevolmente attorno ai 300 euro l’etto; oltre si rischia di perdere l’appeal del mangiare tartufi in loco”.
La raccolta tardiva, osserva il presidente dell’Ente Fiera del Tartufo Bianco d’Alba Alberto Cirio, “ci ha donato la grande possibilità di vendere tartufi a fine anno. Un fatto inconsueto che ha favorito più il commercio che il turismo del tartufo che va forte: registriamo il +10% presenze rispetto al 2006 (l’anno delle Olimpiadi), e con 2 turisti del tartufo su 3 stranieri. A riflettere l’eco cosmopolita della nostra Fiera che proprio quest’anno, all’edizione n. 77, è diventata “internazionale”, con decreto Mipaaf, e che, secondo un sondaggio 2006 Unioncamere, è tra le fiere enogastronomiche più note tra i consumatori. Piace anche la tracciabilità dei nostri bianchi, con 100 giudici di analisi sensoriale che selezionano i “tartufi migliori al mondo” in sacchetti numerati e venduti sotto il presidio del nostro ente”.
Ma se il prodotto per i rincari “non è arrivato a tutti - dice il trifolau di Monchiero, Ezio Costa - gli amanti del tartufo lo sforzo di portafoglio lo hanno fatto. Il buongustaio non è un cliente sbruffone, vuole qualità a prezzi correlati anche per un prodotto di lusso il cui richiamo rischia di spegnersi se diventa d’élite. Per fortuna l’attuale metro di neve fa ben sperare per il 2008”.
Fonte: Ansa - Alessandra Moneti

Il consiglio - Come acquistatrre tartufi …
Ecco i consigli del presidente dell’Ente internazionale Fiera del Tartufo d’Alba Alberto Cirio per acquistare un buon tartufo bianco: “i parametri da tenere sott’occhio sono la consistenza, l’integrità, l’estetica e il profumo.
Prima dell’acquisto bisogna:
- pretendere di prendere il prodotto in mano per verificare la consistenza che deve essere solida, assolutamente non molle;
- il tartufo più è omogeneo e più ha valore. Il prezzo è correlato all’integrità perché nel momento della “grattata”’ il tartufo sano ha lamelle più ampie. Se tenuto da fili non è da buttare, ma vale meno;
- se il Tuber magnatum Pico non profuma, non è un buon tartufo;
- il tartufo andrebbe mangiato fresco ma può essere conservato in frigo anche 15 giorni. Va messo in un panno, per tutelare l’umidità interna, e in un barattolo chiuso per non trasmettere l’odore agli altri cibi conservati in frigo. Da sfatare la pratica del riso perché toglie troppa acqua dal prodotto”.

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