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ISTITUTO NAZIONALE DI ECONOMIA AGRARIA (INEA): “NELLE CARCERI L’AGRICOLTURA E’ UN’OPPORTUNITA’ PER I DETENUTI”

“E’ vero che se ci troviamo qui abbiamo delle colpe, ma questo non significa che non siamo persone come le altre. Grazie all’esperienza agricola potremo diventare onesti lavoratori e forse riusciremo a reinserirci nella società”: sono queste le parole, espresse da un detenuto del Carcere S. Pio X di Vicenza, che meglio aiutano a riassumere il significato dell’incontro “L’agricoltura dentro le mura”, convegno organizzato a Roma da Inea (Istituto nazionale economia agraria), nel progetto di promozione della cultura contadina “Dall’aratro alla zucca”.

I tre i principali obiettivi dell’agricoltura all’interno delle carceri: offrire una qualificazione professionale ai detenuti, aumentare le possibilità di reinserimento sociale e lavorativo, migliorare le condizioni di vita e il benessere nel periodo di reclusione. “Tra le diverse attività lavorative - ha detto Anna Berton del Cipat Veneto (Centro professionale e assistenza tecnica) - l’agricoltura ha una marcia in più: il contatto e la cura costante di qualcosa di vivente aiuta a migliorare costantemente se stessi e a sentirsi utili”.

Le esperienze agricole nelle carceri sono molto diffuse sul territorio italiano e riguardano, con diverse specificità e con diversi gradi di professionalità, quasi tutte le regioni. Tra le esperienze più significative, quella dell’Isola-Carcere di Gorgona, dove i detenuti si prendono cura degli animali utilizzando la medicina omeopatica e sperimentando in prima persona la responsabilità verso un altro essere vivente.
Eppure non mancano i problemi: il principale punto debole emerso dall’incontro è la mancanza di guadagno economico per la struttura.

“La vendita - ha spiegato Francesca Giaré dell’Inea - è solitamente interna e i prodotti vengono venduti a un prezzo quasi simbolico”. C’é poi la costante scarsità del personale, il turn over molto rapido e soprattutto la difficoltà di reinserimento nel mondo lavorativo, nonostante gli incentivi statali per le aziende che assumono ex-detenuti.

C’é insomma molta strada da fare anche se “veder crescere qualcosa quando non si è liberi - ha spiegato un ex detenuto, ora esperto agronomo - non ha prezzo. L’agricoltura aiuta a sentirsi vivi e a rappacificarsi con se stessi”.

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