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LA LAUREA IN SCIENZE GASTRONOMICHE SI PRESENTA:IL 51% DEGLI STUDENTI LA SCELGONO PER INTERESSE E PASSIONE E IL 28% PER LA FACOLTÀ INNOVATIVA

Non ci poteva essere scenario migliore di una fiera, che riunisce le eccellenze dell’agroalimentare “made in Italy”, per la presentazione del corso di laurea che si occupa scientificamente del “wine & food”: il Corso di Laurea in Scienze Gastronomiche dell’Università di Parma si è affacciato a Cibus (Parma, 5/8 maggio) e, per la prima volta, grazie ad una ricerca condotta dagli studenti, si parla dei possibili sbocchi lavorativi e delle competenze di questa nuova figura di laureato.

Il corso, che nasce nel 2004 in risposta alla crescente attenzione verso il mondo dell’enogastronomia, prevede un piano di studi estremamente innovativo, al passo con i tempi e le esigenze di mercato, e strutturato in modo tale da ricoprire tutti gli aspetti legati all’enogastronomia (scientifici, economici ed umanistici).

Il profilo degli studenti, emerso dalla ricerca effettuata a Parma, è molto vario, sia per provenienza geografica che per percorso di studi effettuati (scuola alberghiera 45%, liceo scientifico 17%). Le motivazioni di scelta sono passione e interesse per l’enogastronomia, la qualità e la genuinità dei prodotti e il recupero delle tradizioni (51%), ma soprattutto il 28% lo sceglie perché è una facoltà innovativa e forma una figura professionale nuova. Per le previsioni future il Professor Davide Cassi sostiene che il corso sarà in grado di formare professionisti che potranno fare la differenza nel settore della gastronomia.

“Lo studente laureato in Scienze Gastronomiche possiede - afferma la preside della Facoltà di Agraria, Rosangela Marchelli - un ampio e completo bagaglio di conoscenze: si tratta di una figura professionale preparata, competitiva e motivata in grado di ricoprire molti ruoli all’interno del settore enogastronomico, per rispondere ai cambiamenti delle esigenze dei consumatori, sempre più attenti non solo alla sicurezza e al valore nutrizionale degli alimenti, ma anche all’origine dei prodotti e al recupero delle tradizioni alimentari”.

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