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PREZZI: GONFIATI DA PIZZO E RACKET PER 7,5 MLD. LO DICE LA COLDIRETTI

Ammonta a 7,5 miliardi il giro d’affari legato all’aumento artificiale dei prezzi degli alimenti provocato da racket, pizzo e altri fenomeni malavitosi. A ricordare la stima, contenuta del rapporto della Direzione Nazionale Antimafia (Dna), è la Coldiretti, che interviene sull’operazione dei Carabinieri di Palermo, con 12 arresti nei confronti di presunti affiliati a Cosa Nostra che fissavano e imponevano i prezzi di vendita di carni e alimenti. L’organizzazione chiede subito di rafforzare i presidi delle forze di sicurezza nelle zone agricole.

“Nelle campagne - sottolinea la Coldiretti - si assiste al moltiplicarsi di furti di attrezzature agricole, racket, abigeato, estorsioni, del pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe all’Ue e caporalato. Tra i fenomeni preoccupano le intromissioni nel sistema di distribuzione e trasporto dei prodotti, che danneggiano gli operatori sotto il profilo del corrispettivo pagato agli imprenditori e aumentano in modo anomalo i prezzi al consumo”.

La Coldiretti propone di “lavorare per il superamento della situazione di “solitudine” nelle campagne invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio, ma anche incentivando il ruolo delle associazioni di rappresentanza attraverso il confronto e la concertazione con la pubblica amministrazione”.

“Non si può accettare che un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune, sia vittima - sottolinea la Coldiretti - di inquietanti fenomeni malavitosi e di mafia che umiliano uomini e il proprio lavoro e mettono a rischio la sicurezza dei cittadini in termini economici e sanitari. La qualità del made in Italy dipende dalla qualità e dalla trasparenza dei processi produttivi che concorrono a realizzarlo”.

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