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CALANO I CONSUMI DI GENERI ALIMENTARI, MA AD ESSERE PIU’ COLPITI DAL CARO PREZZI SONO ALTRI BENI E SERVIZI. A DIRLO LA COLDIRETTI: UN ITALIANO SU DUE RINUNCIA ALLE VACANZE, INFLAZIONE AI MASSIMI DAL GIUGNO 1996. E SI RISCOPRONO I PRODOTTI LOCALI...

L’aumento dei prezzi colpisce i consumi nel settore alimentare meno di altre voci di spesa. A dirlo la Coldiretti, che sottolinea come un italiano su due taglierà le spese rinunciando alla vacanza, anche per effetto dei rincari record che sono stati registrati per gasolio e benzina, trasporti aerei, marittimi, stabilimenti balneari e camping con l’inizio dell’estate.

Per Coldiretti, che commenta i dati Ismea Ac Nielsena, nonostante sulla tavola ci siano state riduzioni record per il pane (- 5,5 per cento) e la pasta (- 2,5 per cento) e in generale una grave stagnazione delle quantità di prodotti alimentari acquistate dalle famiglie (- 0,4 per cento), nel primo trimestre le contrazioni più sensibili rispetto ai prodotti alimentari si registrano per altri beni e servizi, con un’inflazione che secondo l’Istat nel mese di giugno ha toccato il massimo dal 1996.
Gli effetti del caro petrolio sui bilanci familiari hanno determinato - precisa la Coldiretti - una maggiore attenzione alle spese essenziali, che sono difficilmente comprimibili, come quelle alimentari a scapito degli altri beni e servizi, come dimostra il bilancio altamente negativo denunciato da Federalberghi per la stagione turistica in corso e lo scarso successo dei saldi nel settore dell’abbigliamento.

Proprio l’alimentazione sta tornando al centro dell’attenzione dei consumatori: secondo un’ indagine Axis per la Fipe, se i cittadini potessero avere 100 euro in più in tasca, il 20% di loro li
spenderebbe in cibo. A seguire c’è l’abbigliamento (17%), le cene fuori casa (14,5%), e infine libri, dischi e riviste (13,5).

E dal momento che, come per ogni merce, ad incidere pesantemente sui prezzi degli alimentari è il caro carburante e il costo di trasporto, cresce il consumo di prodotti locali e di stagione che, secondo lo studio Coldiretti - Swg “L’opinione degli italiani sull’alimentazione”, due italiani su tre dichiarano di acquistare con regolarità.

La necessità di risparmiare spinge gli italiani a riscoprire il legame con il proprio territorio. Una esigenza dettata dal fatto che i costi del trasporto incidono per quasi un terzo del prezzo di vendita dei prodotti che nel nostro Paese viaggiano per l’86 per cento su strada.

Secondo un recente studio - riferisce la Coldiretti - un pasto medio percorre più di 1.900 km per camion, nave e/o aeroplano prima di arrivare sulla tavola e spesso ci vogliono più calorie di energia per portare il pasto al consumatore di quanto il pasto stesso provveda in termini nutrizionali. Peraltro, privilegiando l’acquisto di prodotti locali e di stagione oltre a risparmiare - conclude la Coldiretti - si salva l’ambiente dall’inquinamento dovuto all’emissione di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici.

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