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SCORTE DI PANE E PASTA PER 7 MESI AL MASSIMO, L’ALLARME DELLA COLDIRETTI. PREOCCUPANO LE PREVISIONI NEGATIVE SUI RACCOLTI MONDIALI DI GRANO E LA “CHIUSURA” DELLE FRONTERIE DA PARTE DI ALCUNI PAESI PRODUTTORI

L’emergenza cibo mondiale si fa sentire anche in Italia che può contare al momento al massimo su sette mesi di scorte di pane e pasta ottenuti con il raccolto nazionale di grano che si è appena concluso. E’ quanto è emerso da uno studio sugli effetti dell’emergenza cibo presentato nel corso dell’Assemblea Nazionale della Coldiretti.

Nonostante l’aumento consistente della produzione nazionale grazie all’impegno degli agricoltori italiani che hanno colto le opportunità della riforma della Politica agricola europea, la disponibilità limitata di scorte prefigura - sottolinea la Coldiretti - un quadro preoccupante con la chiusura delle frontiere e le limitazioni delle esportazioni da parte di molti paesi produttori di fronte all’emergenza cibo mondiale. Le prospettive a livello internazionale evidenziano la necessità per l’Europa e l’Italia - sottolinea il presidente della Coldiretti Sergio Marini - di investire sull’agricoltura e aumentare ulteriormente la produzione nazionale e comunitaria, ma anche di garantirsi una propria riserva strategica di prodotti alimentari di base per stabilizzare il mercato interno e assicurare gli approvvigionamenti al giusto prezzo per imprese e consumatori.

L’andamento dei mercati mondiali è dunque destinato ad avere effetti anche sul piatto principale della dieta mediterranea poiché, nonostante il calo dei consumi interni che sono stimati rispettivamente pari al 5,5 per cento e al 2,5 per cento secondo elaborazioni di dati Ismea - Ac Nielsen sugli acquisti domestici nel primo trimestre 2008, gli italiani - continua la Coldiretti - restano fortemente dipendenti a tavola dai cereali. Con una media di 27 chili all’anno a testa sono infatti di gran lunga i maggiori consumatori di pasta a livello mondiale con valori che sono almeno il triplo di quelli statunitensi e degli altri paesi europei mentre sono ben 66 i chilogrammi di pane consumati per persona all’anno.
L’eccessiva dipendenza dall’estero dell’Italia è particolarmente preoccupante di fronte alla decisione di molti paesi produttori, come ad esempio l’Argentina, di “chiudere” le frontiere, ma anche per le previsioni non ottimistiche sui raccolti mondiali per maltempo nel MidWest in Usa, per la siccità in Australia e per il terremoto nel Sichuan in Cina.
Il raccolto nazionale di grano, che è l’ingrediente base del pane, è stato di 3,5 milioni di tonnellate mentre quello di grano duro, destinato principalmente alla pasta, è stato di 4,5 milioni tonnellate, del tutto insufficienti a coprire la domanda di pasta Made in Italy in Italia e nel mondo. Grazie alla riforma della Politica agricola europea in Italia di fronte all’emergenza internazionale si è verificata immediatamente una crescita delle semine del 18 per cento per il duro e del 14 per cento per il tenero. Ma ancora non basta e a livello comunitario è necessario - continua il Presidente della Coldiretti Sergio Marini - proseguire e qualificare il percorso iniziato con la riforma della Politica agricola comune per non aggravare il problema dell’approvvigionamento alimentare dell’Europa in un momento in cui molti paesi produttori stanno chiudendo le frontiere con limitazioni alle esportazioni.
Lo stesso aumento del costo del petrolio - sottolinea Marini - ha fatto esplodere il costo dei trasporti e messo in discussione il principio base della globalizzazione in base al quale si consumano i prodotti realizzati dove costa meno. Oggi - precisa Marini - è necessario sviluppare la produzione vicino ai luoghi di consumo per motivi economici e ambientali sia nei paesi poveri che in quelli ricchi.

Le scorte di pane e pasta…
Tipo di grano - Quantità - Periodo massimo di scorte disponibili
Grano duro per pasta - 4,5 Milioni Tonnellate - 7 mesi
Grano tenero per pane - 3,5 Milioni Tonnellate - 6 mesi

Totale - 7 mesi

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