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RISTORANTI E PIZZERIE PREZZI ALLE STELLE E PER LE TASCHE DI POCHI. A DIRLO E’ UN’INDAGINE ADOC (CONSUMATORI)

Conti alle stelle e per le tasche di pochi. Cenare al ristorante o mangiare una pizza fuori casa costa sempre di più: in un anno, i prezzi hanno registrato rincari in media di quasi il 17%, con punte del 20%. Risultato? Le presenze di italiani e turisti ai tavoli dei locali pubblici risultano decisamente in calo, con una percentuale che sfiora il 13%. A dirlo è una indagine dell’Adoc.

Ma, nonostante, i prezzi sempre più salati, la pizza sembra non temere alcunché: così, mentre tutti i ristoranti - da quelli di media e alta qualità ai locali specializzati in pesce o agli etnici - perdono colpi, con picchi anche del 25% in meno sulle presenze, le pizzerie sono le uniche a registrare un aumento dei consumi, nell’ordine del 2%.

“Mangiare in un ristorante di media qualità costa il 14,2% sul 2007, in uno di alta qualità il 13,1%”, commenta Carlo Pileri, presidente Adoc. Il che significa una spesa di 5 euro in più a persona, mentre in una pizzeria si arriva a pagare 18 euro a testa, spendendo 3 euro in più a persona (+20%), come in un locale etnico (+12%).

“I rincari dei prezzi dei beni alimentari dell’ultimo anno - prosegue Pileri - hanno necessariamente portato ad un rialzo del costo di una cena al ristorante, causando anche un vistoso calo delle presenze, in media del 12,6%. Gli avventori di un ristorante medio sono diminuiti del 25%”. Una diminuzione, sottolinea, che interessa sia i ristoranti rimasti aperti nelle città d’arte come Roma, Firenze e Venezia, che quelli situati nelle località balneari.

In rialzo, invece, le pizzerie e le pizze a taglio, “che vedono incrementate del 2% le presenze, grazie ai prezzi più vantaggiosi rispetto alle alternative”. Ed è una scelta che conquista sempre di più anche i turisti stranieri, “per cui registriamo un aumento delle presenze del 12% sul 2007. D’altronde, con l’aumento del costo della vita, è sempre più difficile permettersi una cena fuori. O si rimane a casa o, al massimo, si va in pizzeria”, aggiunge Pileri, secondo cui “il settore della ristorazione, vitale per la nostra economia, va rilanciato. Non con fragili iniziative unilaterali - dice - ma mediante accordi con le associazioni dei consumatori, al fine di ribassare i menu”.

Per l’Adoc è, inoltre, necessario agire sul fronte dei buoni pasto, che l’associazione “giudica inadeguati al costo della vita”: “in Italia il valore è fermo da 15 anni a 5,35 euro - continua Pileri - mentre negli altri Paesi europei l’adeguamento é già stato realizzato: in Spagna il valore defiscalizzato è di 9 euro, il 68% in più dell’Italia, in Francia 7 euro (+30%), in Portogallo 6,70 euro (+25%)”.

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