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FEDERALIMENTARE INCORAGGIA, CON DATI ALLA MANO, L’AGROALIMENTARE ITALIANO: EXPORT +13,9% NEL PRIMO SEMESTRE. IL VINO E’ A +4,5% IN VALUTA

L’export dell’industria alimentare italiana, nel primo semestre, ha raggiunto in valore la quota di 9.411,5 milioni, con un aumento del 13,9% sul pari periodo 2007. In termini quantitativi, l’aumento ha toccato il 3,7%. Lo rende noto Federalimentare. A livello di comparti, prosegue l’associazione di Confindustria, il primo semestre evidenzia il forte trend espansivo dell’export del riso che, con un +46,8% in valuta e un +28,2% in quantità, segna la performance complessivamente migliore. Seguono la pasta (+45,6% in valuta e +0,7% in quantità), e l’alimentazione animale (+37,3% in valuta e +13,1% in quantità). Buone anche le dinamiche dello zucchero (+39,5% in valuta e +17,9% in quantità), della trasformazione della frutta (+25,0% in valuta e +11,9% in quantità), della trasformazione degli ortaggi (+18,5% in valuta e +8,5% in quantità) e della birra (+20,9% in valuta e +5,6% in quantità). Si difendono bene anche altri comparti: i vini (+4,5% in valuta), il dolciario (+7,5% in valuta), il lattiero-caseario (+7,9% in valuta), gli oli e grassi (+5,5% in valuta), il caffè (+10,1% in valuta).

Nel risultato dell’export alimentare italiano, nei primi sei mesi, a livello geografico si evidenzia - sottolinea Federalimentare - il peso accresciuto dello sbocco comunitario, che sale al 65,7% del totale, un punto sopra la percentuale registrata a consuntivo 2007. Ne emerge perciò (in gran parte a causa della stagnazione dell’export negli Usa) un’attenuazione dello sforzo di diversificazione dei mercati. La Francia cresce del +17,4% e, con un 12,4%, migliora la propria incidenza nell’export totale sul 2007. Sale anche il Regno Unito, con un +18,1% che conferma la crescita costante della presenza (10,2%) di questo mercato sulla torta dell’export. La Svizzera sale del +15,1% e registra pure essa un peso migliore (4,4%). Il mercato leader, quello della Germania, cresce del +11,3% e conferma per intero la propria quota predominante (17,7%). Stazionari gli Usa (+0,4%), col risultato che il peso di questo mercato scende all’11,2%, oltre un punto sotto quello del 2007. Crescite inferiori alla media anche per Canada (+9,2%), Spagna (+8,5%) e Russia (+6,6%), con conseguenti, leggere erosioni dei rispettivi pesi sull’export totale. Molto interessanti, sottolinea Federalimentare, anche se con quote assolute ancora piuttosto modeste, le dinamiche semestrali sui mercati della Polonia (+23,6%) e di Romania e Bulgaria (+47,7%), nonche’ della Cina (+36,6%). Si registra complessivamente un sensibile vantaggio esibito dal trend semestrale dell’export alimentare (+13,9%) su quello dell’export totale del Paese (+5,9%), nonchè un avvicinamento alla percentuale media europea (18%) di incidenza dell’export sul fatturato complessivo dell’industria alimentare.

Più significativo della dinamica premiante dell’alimentare in un anno difficile come quello presente appare - conclude Federalimentare - il trend della produzione, che segna un differenziale, fra alimentare e totale industria, fra i 2,5 e i 3 punti a favore dell’alimentare.

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