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LA “ROSSA” MICHELIN ASSEGNA 5 “TRE STELLE” ALL’ITALIA SOTTOLINEANDO LA SPINTA PROPULSIVA DEI GIOVANI CUOCHI EMERGENTI. CANCELLATO, INVECE, DEL TUTTO GUALTIERO MARCHESI, CHE REPLICA: “E’ UN ATTACCO ALLA CUCINA ITALIANA ED AI SUOI SIMBOLI”

La guida Michelin 2009, presentata oggi a Milano, attribuisce all’Italia 5 “tre stelle” contro le quasi 30 della Francia. Invariato, dunque, sul 2008, il numero di ristoranti italiani al top secondo la critica d’oltralpe. I premiati con le ambite “tre stelle” sono: “Al Sorriso” a Soriso (Novara), “Dal Pescatore” a Canneto sull’Oglio (Mantova), “Le Calandre” a Rubano (Padova), “Enoteca Pinchiorri” a Firenze e “La Pergola” a Roma. Una curiosità: tra i tri-stellati non ci sono Fulvio Pierangelini del “Gambero Rosso” di San Vincenzo (Livorno) e Pierluigi Vissani di Baschi (Terni), ovvero, i due supercampioni di tutte le guide al buon mangiare d’Italia.
Cresce, invece, da 29 a 34, il numero dei ristoranti a due stelle e da 217 a 236 il totale di quelli a una stella. “Abbiamo provato e riprovato i ristoranti candidati a passare alle tre stelle - affermano i curatori della guida - ma nessuno ci ha dato per ora le garanzie sufficienti. C’è invece una forte spinta di giovani e bravi cuochi che stanno crescendo”. A imporre un segno positivo sono dunque i cuochi emergenti, anche se viene evidenziata la difficoltà del Belpaese ad esportare la propria cucina di alto livello nel mondo.
Completamente depennato invece, dalla Michelin quello che è considerato il “re” della cucina italiana, ovvero Gualtiero Marchesi: nel giugno 2008 ha affermato di voler “restituire le stelle”, ovvero di non avere più intenzione di essere sottoposto a critiche da parte delle guide. La rossa francese l’ha preso in parola, e nell’edizione 2009 il ristorante guidato da Marchesi - L’Albereta ad Erbusco (Brescia) - figura come semplice ristorante d’albergo.
Dura la reazione dello chef: “hanno voluto ribattere - afferma Marchesi - ad una mia decisione di non accettare più punteggi, ma soltanto commenti. Non è un comportamento leale; anzi, lo considero un vero e proprio attacco alla cucina italiana e ai suoi simboli”. “Quando un ristorante non vuole giudizi o comparire nelle guide come in questo caso - spiegano i curatori della edizione italiana della ‘rossa’ - lo togliamo e passa semplicemente sull’elenco telefonico”. Marchesi è stato il primo chef italiano ad aver conquistato le tre stelle Michelin, a metà degli anni Ottanta, e le ha mantenute fino al 1997, quando sono diventate due. Poi la definitiva eliminazione nell’edizione di quest’anno.
In generale, è difficile, considerata l’altissima qualità della ristorazione, del servizio e, soprattutto, della cucina italiana, condividere i giudizi espressi dalla ‘rossa’ francese, decisamente sempre più nazionalista (basti pensare che nella sola città di Parigi ci sono più tre stelle che in tutta l’Italia).
Ma l’apparente tendenza “anti-italiana” non riguarda solo la critica dei ristoranti: il Wine Spectator, “bibbia” dell’enologia internazionale, ha inserito, nei giorni passati, solo 15 vini italiani nella sua Top 100, ovvero la classifica dei migliori vini del mondo. Una sola invece l’etichetta del Belpaese presente nella Top 10, il Barolo 2004 di Pio Cesare.

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