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IN ITALIA 2 MILIONI DI FAMIGLIE ARRIVANO SOLO A META’ MESE: LO SOSTIENE UN SONDAGGIO REALIZZATO DA CONFESERCENTI-SWG. “IL NATALE PUO’ ESSERE IL TRAMPOLINO DI LANCIO PER RESTITUIRE FIDUCIA ALL’ECONOMIA”

Famiglie sempre più in difficoltà, con il portafoglio vuoto già alla seconda, terza settimana del mese e la sola alternativa di tirare la cinghia di fronte ad una crisi che viene vista lunga, destinata a peggiorare e a “mordere” anche per i prossimi 2 anni. Oltre 6 milioni di famiglie italiane, infatti, arrivano a fatica alla terza settimana del mese, più di due milioni addirittura non riescono ad andare oltre la metà del mese. A dirlo è un sondaggio realizzato da Confesercenti-Swg su un campione nazionale rappresentativo, dal quale emerge una diffusa disillusione ed una preoccupazione crescente, tanto che il 58% degli intervistati teme che la situazione economica peggiorerà nei prossimi 12 mesi. Di fronte a ciò, non resta che ridurre le spese e rinunciare a qualcosa, di indispensabile o meno: la pensa così l’82% degli italiani.

“La netta percezione delle famiglie italiane sulla gravità della situazione richiama l’assoluta necessità di interventi immediati e forti”, commenta Marco Venturi, presidente della Confesercenti, lanciando un appello: “Non sprechiamo l'occasione del Natale per sostenere i redditi bassi e la domanda interna. Proprio il Natale può essere invece il trampolino di lancio per restituire fiducia all’economia ed alle famiglie e per cominciare ad accorciare i tempi della crisi, partendo dal sostegno alle piccole e medie imprese, anche per impedire migliaia di chiusure e l’aumento della
disoccupazione”.

Per 8,3 milioni di famiglie (il 34% del campione) la fase recessiva durerà da un minimo di un anno fino a due anni. Per altri 6 milioni invece (il 26%) potrebbe superare anche la soglia dei due anni. C’è poi un 12% che ritiene la crisi un problema di 6-12 mesi, mentre i più ottimisti (9%) la giudicano superabile entro i sei mesi; mentre un 19% non risponde. A fronte del 58% che teme un
peggioramento della crisi, c’è una piccola pattuglia di fiduciosi, il 14%, che al contrario scommette su un miglioramento; per il 28% non cambierà nulla. Rispetto al 2007 raddoppia (dal 16 al 32%) la percentuale di chi guarda con preoccupazione alla situazione della sua famiglia.

Se il 62% delle famiglie dichiara di arrivare alla fine del mese con il proprio reddito, la terza settimana diventa, invece, l’angoscioso capolinea per 6,3 milioni di famiglie (il 26%). Mentre a metà mese il reddito è esaurito per altri 2,2 milioni di famiglie, vale a dire il 9% del campione. Il 3% non risponde. Se nel 2007, evidenziano i risultati del sondaggio, erano più di due terzi gli italiani che affermavano di aver ridotto le spese, nel 2008 si tocca la percentuale dell’82% degli intervistati. In testa alle rinunce, abbigliamento e calzature con un taglio rispetto al 2007 di quattro punti in più (dal 48% al 52%). Restano costanti i risparmi per beni domestici ed alimentari. Invece, si cerca di conservare l’opportunità di andare in vacanza, magari più breve ed economica: i rinunciatari che nel 2007 erano il 32%, scendono nel 2008 al 25%.

Le preoccupazioni per la crisi finiscono per far attribuire responsabilità tanto al Governo che all’opposizione. Il 74% del campione giudica “poco” o “per niente” adeguati gli interventi del Governo per fronteggiare la congiuntura negativa. Si contrappone un 22% di giudizi positivi fra i quali quelli che promuovono l’esecutivo a pieni voti, che sono però solo il 2%. Altrettanto severi verso l’opposizione: il 76% non lo giudica positivamente, assoluzione invece dal 18%. Tra le priorità da mettere subito in agenda, sempre secondo il sondaggio, al primo posto vengono collocate misure a sostegno delle pmi per evitare le chiusure di imprese e la perdita di posti di lavoro; la pensa così il 30% del campione. Al secondo posto c’é la richiesta di detassare le tredicesime (22%); a ruota seguono la riduzione degli interessi per i mutui ed il taglio delle tasse per le famiglie numerose (14%).

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