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IL PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA FEDERICO VECCHIONI LANCIA UN APPELLO AL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIULIO TREMONTI: “NON LASCIARE PAGARE LA CRISI ECONOMICA AL SETTORE AGRICOLO”

Sull’agricoltura italiana pesa una spada di Damocle da 1,3 miliardi di euro. E’ il peso della crisi economica, “tra previdenza, fondo di solidarietà nazionale, Ici e e mancati pagamenti da parte dell’Agea” che potrebbe abbattersi nei prossimi mesi sul settore primario, secondo il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, che oggi ha lanciato un appello direttamente al Ministro dell’Economia, Tremonti.

Vecchioni chiede che tra le priorità per fronteggiare la crisi economica e finanziaria, non venga lasciata indietro l’agricoltura, perché “la ricchezza sta nel momento della produzione e non nel momento dello scambio” ha aggiunto.

Se si ferma la produzione, l’intero Paese è più esposto, in termini di necessità di importazioni. Un esempio, secondo Vecchioni, si è già verificato con il caso dei cereali. Se non si investe nel settore agricolo, questa situazione è destinata a ripetersi.
La crisi deve essere vista come un’opportunità e non solo come un pericolo. Via libera, quindi, alle misure che possono spingere le imprese alla competitività, “in una logica di ottimizzazione - spiega Vecchioni - che non prescinde da una ferma determinazione”.

Le proposte di Confagricoltura partono da una detassazione parziale dei redditi e dalla sospensione degli oneri previdenziali, per almeno sei mesi, provvedimenti che introdurrebbero quegli elementi di minor costo per gli operatori, necessari a ridare fiato alle economie aziendali e ai cittadini.

Da sole, queste due misure consentirebbero una maggiore disponibilità per i consumi di 500 milioni di euro, per i lavoratori del settore agricolo.

“Non si supera la crisi senza il sostegno al settore agricolo” sottolinea Vecchioni, che giudica positivamente le misure anti-crisi prese finora dal governo, però è necessario agire anche a favore delle imprese.

In particolare, manca ancora “la definitiva risoluzione della questione dell’Ici dei fabbricati rurali, la stabilizzazione degli sgravi contributivi per le aree montane e svantaggiate - sostiene Confagricoltura - la ridefinizione del regime di credito d’imposta per le attività di internazionalizzazione e il ripristino della dotazione finanziaria per il fondo di solidarietà nazionale”.

Cogliere le opportunità di una crisi economica della portata di quella in corso, per Vecchioni, significa anche alleggerire il carico burocratico cui sono sottoposte le imprese. Per questo motivo, ben venga il superamento delle sovrastrutture amministrative come le Province, “inadeguate alle esigenze dei cittadini e delle imprese”.

Teresa Carbone

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