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IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA IL DECRETO QUOTE LATTE PRESENTATO DAL MINISTRO ZAIA. MARINI (COLDIRETTI): “LUCI E OMBRE DA CHIARIRE”. VECCHIONI (CONFAGRICOLTURA): “RESTANO PREOCCUPAZIONI”

Il decreto sulle quote latte, presentato oggi dal ministro delle Politiche agricole Luca Zaia è stato approvato dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento, oggetto di lunghe trattative e atteso da mesi, fissa i criteri per la distribuzione delle quote e per la rateizzazione delle multe dovute allo splafonamento della produzione. “Dalla prossima campagna per la produzione del latte non ci saranno più multe milionarie come in passato” sottolinea il ministro Zaia che aggiunge “comincia un nuovo periodo per la produzione del latte nell’alveo della legalità”.
Il presidente della Coldiretti Sergio Marini si mostra dubbioso, affermando che “nel decreto sulle quote latte ci sono luci e ombre che auspichiamo possano essere chiarite in sede di conversione parlamentare”, mentre il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni sottolinea “molte delle proposte di Confagricoltura sono state recepite; permangono, tuttavia, motivi di preoccupazione e di non condivisione su alcuni punti qualificanti del provvedimento”.
“Dal 1 aprile consegneremo le quote a tutti e non ci saranno più splafonatori perché chi splafona subirà un aumento del 150%” prosegue il ministro e, in merito alla rateizzazione delle multe che devono pagare gli splafonatori, chi “non pagherà la prima rata entro il 31 dicembre 2009 perderà tutto”. Il Consiglio dei Ministri ha approvato alcune “differenze minimali” rispetto al testo entrato a Palazzo Chigi. Il Decreto sulle quote latte sana una vicenda che solo nella campagna lattiera 2007-2008 è costata all’Italia 160 milioni di multe. Il decreto arriva dopo un accordo con Bruxelles siglato lo scorso novembre e che ha attribuito all’Italia 620.000 tonnellate di produzione in più per un valore di mercato di circa 240 milioni di euro.
“Con oggi - prosegue Zaia - si chiude definitivamente una vicenda che ha 24 anni di storia e che è costata all’Italia 9 miliardi di euro”. Il ministro ha anche precisato l’ordine degli assegnatari delle nuove quote latte: primi i possessori di quota B tagliata e prodotta che rappresentano oltre 4.000 aziende, al secondo posto le aziende di pianura che hanno prodotto oltre la loro quota (splafonatori) e le zone svantaggiate e al terzo posto gli affittuari di quota latte.
“Il decreto legge - afferma Zaia - non è una sanatoria. La filosofia è quella di evitare nuove mungiture, perché oggi servono 3 litri di latte per comprare un caffè. 8.404 sono le aziende di allevamento, di cui poco più di 4.000 sono in produzione. Dal primo aprile non ci saranno più splafonamenti e gli agricoltori potranno mungere tranquillamente. Chi ha ricevuto la multa, potrà pagarla rateizzandola. Questo provvedimento, infatti, è già stato negoziato in Europa. Gli allevatori potranno pagare fino a 100.000 euro di multa con 10 anni di rateizzazione, da 100.000 a 300.000 euro con 20 anni di rateizzazione, oltre 300.000 euro di multa con 30 anni di rateizzazione. L’interesse sulla rateizzazione sarà fra il 5 ed il 6%. Si valuterà pratica per pratica per garantire il grado di sopravvivenza delle aziende”.
Secondo il presidente della Coldiretti Sergio Marini, “il decreto risolve sicuramente molte questioni come il consolidamento della quota B tagliata, l’attribuzione di quota agli affittuari e l’istituzione di un fondo da destinare ai produttori che hanno acquistato quote nel corso degli anni. Rimangono, però, forti perplessità sui criteri individuati per la regolarizzazione delle multe pregresse”.
“Diamo atto al ministro Zaia - afferma il presidente di Confagricoltura Vecchioni - di avere messo la questione del latte all’attenzione del Governo, ricercando una difficile compatibilità politica ed economica, purtroppo non esaustiva”. Vecchioni rimarca comunque la necessità di salvaguardare le priorità economiche delle imprese che si sono attenute alle regole.
Confagricoltura evidenzia, in particolare, la mancanza di una previsione normativa, peraltro già presente nella legge 119/03, che condizioni l’assegnazione di nuove quote alla preventiva ed esplicita rinuncia ad ogni contenzioso in essere da parte di chi intende beneficiare delle nuove norme. La rateizzazione del prelievo dovuto, ma non ancora versato, per gli esuberi produttivi realizzati nelle campagne passate, deve precedere l’assegnazione delle quote. E’ indubbia, ad avviso di Confagricoltura, la necessità di evitare che l’assegnazione delle quote aggiuntive favorisca inopportuni incrementi produttivi, che avrebbero pericolosi effetti mercantili. Confagricoltura ritiene indispensabile, anche per non vedere vanificati gli sforzi della quasi totalità dei produttori e da alcune realtà regionali nel perseguire l’applicazione della legge, che il Parlamento, a cui viene demandato l’esame e la conversione in legge del provvedimento governativo, si faccia garante di coloro che hanno rispettato le regole sino ad ora, accogliendo le indicazioni ed i suggerimenti che più volte l’organizzazione degli imprenditori agricoli ha già avuto modo di proporre.

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