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GRAZIE ALLA COOPERAZIONE ITALIANA, ENTRO L’ESTATE, INIZIERÀ LA PRODUZIONE DI MOZZARELLE IN LIBIA

Grazie alla cooperazione italiana, entro l’estate inizierà la produzione di mozzarelle in Libia. Ad annunciarlo è il coordinatore del progetto, il veterinario Andrea Dominici che, con Carmine Nutolo, responsabile dell’Ufficio di Cooperazione di Tripoli, ha già dato vita a due esperimenti nel settore: nel campo della zootecnia a Sirte e dell’agricoltura a Tobruk.
“Oggi riforniamo già alcuni mercati di Sirte con i nostri prodotti, per lo più ricotta, primo sale e qualche caprino” spiega Dominici, sottolineando che l’obiettivo del progetto, nel quale il personale libico impiegato è di 5 tecnici e 10 operai, “è fare formazione e trasferire tecnologie”. Il “Centro di ricerca e sperimentazione applicata alla zootecnia e all’agricoltura” di Sirte non è solo un’unità produttiva, ma un luogo collegato alle Università di Firenze, Sirte e Al Beida dove c’è uno scambio di know how applicato alla zootecnia.
“Lo scopo è didattico e il nostro sostegno durerà sino a fine anno quando i due Centri dovranno camminare con le proprie gambe e ci auguriamo che altri simili sorgano in tutta la Libia”, spiega Nutolo. I progetti sono finanziati dal Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, e realizzati con l’Istituto Agronomico per l’Oltremare di Firenze con il quale ci sono già stati scambi di borsisti e di professori universitari. Il progetto di Sirte, nato in un’area di bonifica postbellica scelta da Gheddafi in persona, e costato 4 milioni e 200 mila euro, ha lo scopo di promuovere la filiera del latte utilizzando l’acqua del Grande Fiume Fatto dall’Uomo.
“I 40 ettari coltivati a foraggi rendono autosufficiente l’azienda che con la vendita dei prodotti si autofinanzia” spiega il veterinario del centro che in questi giorni ospita quattro laureandi dell’Università di Firenze impegnati nella redazione della tesi. Quello di Tobruk, costato 3,5 milioni euro, è invece un centro di ricerca agricola costituito prevalentemente di laboratori che studiano la geografia del luogo, analizzano l’acqua e i terreni dove sono stati creati degli “ombrari” per consentire ad alcune qualità di piante di crescere meglio in un ambiente predesertico. Anche qui è forte il collegamento fra Università e lo scambio di informazioni tecnologiche nel settore agricolo. Sia il Centro di Tobruk, sia il Caseificio di Sirte sono stati costruiti dalla società italiana Edilbono, presente in Libia da vent’anni, che nel 2003 vinse la gara internazionale indetta dall’Undp che allora era stato finanziato dal Mae per avviare la prima fase di questi progetti. “Oggi siamo alla terza fase - spiega Nutolo - e, grazie alla firma di un protocollo d’intesa con i servizi veterinari nazionali, a breve importeremo semi di toro e embrioni di vacche nazionali da impiantare in Libia”. Il camion per il trasporto delle mozzarelle fino a Tripoli è già stato acquistato con i fondi della cooperazione italiana. Agli italiani presenti in Libia e ai libici appassionati del famoso formaggio italiano, non resta che attendere l’estate per gustare mozzarelle fresche tutti i giorni.
Fonte: Ansa Mediterraneo
Autore: Francesca Spinola

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