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QUOTE LATTE: E’ SCONTRO POLITICO, LEGA FA QUADRATO SUL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE LUCA ZAIA ... TUTTE LE TAPPE E I NUMERI DELLA VICENDA “QUOTE LATTE”

E’ scontro politico sulle quote latte, nella giornata che ha visto i trattori degli agricoltori in protesta convergere su Arcore (luogo simbolo di Berlusconi) e Gemonio (città di Bossi). Colomba Mongiello, responsabile agricoltura del Pd, parla di “battaglia per la legalità”. Il decreto è un condono a favore delle aziende che si sono mosse nell’illegalità e non garantisce minimamente i tantissimi allevatori che in questi anni, a costo di enormi sacrifici, hanno rispettato regole e leggi”. Dure le parole del leader Udc, Pier Ferdinando Casini: “i truffatori delle quote latte sono gli agricoltori della Lega Nord. Siamo solidali con gli agricoltori onesti, con quelli che si sono messi in regola, che hanno pagato tributo allo Stato, che hanno creduto alle nostre leggi. Non è un bel segnale che oggi i furbi vincano e gli onesti perdano. E’ inaccettabile e per questo chiediamo al governo di cambiare il decreto”.
Immediatamente i parlamentari della Lega Nord hanno fatto quadrato attorno al Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia: “il decreto che vuole chiudere la ventennale vicenda delle quote-latte ha incontrato la curiosa opposizione nata dall’incestuoso matrimonio d’interessi tra la Confagricoltura ed il Partito democratico”, attacca Fabio Rainieri, segretario della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputato, che aggiunge: “Zaia ha l’obiettivo di consentire a tutte le aziende di produrre il quantitativo di latte che hanno realizzato nel 2008; pertanto, gli unici che possono essere penalizzati da questa scelta sono coloro che, per aggirare le regole, hanno venduto latte “in nero”. Se il Pd vuole difendere i furbi e gli evasori faccia pure; gli agricoltori scarpe grosse ma cervello fino sapranno ricompensarlo come merita al momento del voto”. Incalza l’altro esponente del Carroccio, Massimiliano Fedriga: “Casini non sa quello che dice. Si tratta di un decreto di buon senso. Il leader Udc smetta di cavalcare questa protesta faziosa”.
Risponde l’ex ministro dell’Agricoltura del centrosinistra e attento osservatore delle vicende agricole italiane, Paolo De Castro (Pd), “abbiamo cercato sino alla fine di mantenere un atteggiamento costruttivo, ma il testo resta largamente insufficiente e questo spiega i toni della protesta di oggi degli allevatori e il giudizio unanimemente contrario espresso dalle Regioni. E’ necessario che chi non ha rispettato in questi anni la legge, prima di avere regalie, paghi tutti gli arretrati e rinunci ai contenziosi giudiziari che hanno bloccato il recupero delle multe passate”. Solidarietà agli agricoltori in piazza anche dall’Idv, Nello Di Nardo: “il decreto è assolutamente inaccettabile, perchè penalizza soprattutto i produttori che in questi anni hanno rispettato le regole. Siamo pronti ad alzare le barricate per modificare il testo”.

Quote latte: le tappe e i numeri della vicenda
Ecco in sintesi le tappe e i numeri della vicenda delle quote latte. Il sistema delle quote è stato introdotto nel 1984 per ridurre la produzione europea di latte e sostenere i prezzi a livelli remunerativi. A negoziare per l’Italia l’accordo fu il primo governo Craxi, con il Ministro dell’Agricoltura Filippo Maria Pandolfi.
Il sistema delle quote latte assegnava all’Italia circa 10,3 milioni di tonnellate di latte che corrisponde al 56% del fabbisogno nazionale. Questo fino all’accordo raggiunto dal Ministro Luca Zaia il 20 novembre 2008 che ha permesso all’Italia di aumentare del 5% la produzione della prossima campagna lattiera che comincerà il 1 aprile, cioè circa 640.000 tonnellate di latte in più. Viene inoltre modificato il calcolo del tenore di materia grassa che si traduce in un ulteriore aumento di produzione di 80.000 tonnellate.
Secondo quanto previsto dal decreto sulle quote latte firmato da Zaia gli assegnatari delle nuove quote di produzione sono: primi i possessori della cosiddetta “quota b tagliata” che rappresentano oltre 4.718 aziende, al secondo posto gli splafonatori delle zone di pianura delle zone svantaggiate e, secondo il testo emendato che domani sarà votato al Senato, le zone di montagna, al terzo posto gli affittuari di quota latte che dopo gli emendamenti sono ora stati accorpati nell’ordine delle priorità agli splafonatori.
Sono 40.895 le aziende italiane che producono latte. Sono 8.404 le aziende che devono pagare le multe di queste 4.264 sono ancora attive e devono versare un importo complessivo di prelievo pari a 1,386 miliardi di euro. Di questi sarebbero 646 i “grandi splafonatori” che - secondo Confagricoltura - hanno generato l’80% dei 168 milioni di multe dell’ultima campagna. Ammonta a 2,492 miliardi di euro l’importo totale versato all’Unione Europea fino alla campagna 2007/2008. Ammonta a 1,925 miliardi di euro la somma totale delle multe che lo stato deve ancora riscuotere. Le organizzazioni che hanno partecipato alla protesta: Confagricoltura, Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, Fedagri-Confcooperativa, Legacoop Agroalimentare, Unalat. Le organizzazioni che non partecipano alla protesta: Coldiretti e Copagri (Confederazione Produttori Agricoli).
Le organizzazioni che protestano chiedono che il decreto sia modificato nel corso dell’iter parlamentare di conversione di legge. In particolare chiedono che gli splafonatori prima di vedersi assegnate le nuove quote “ritirino tutte le forme di contenzioso” e che l’assegnazione dalle nuove quote avvenga solo dopo che l’azienda abbia regolarizzato la propria posizione, aderendo esplicitamente alle modalità di versamento del prelievo ancora dovuto. Vogliono inoltre la determinazione di una adeguata dotazione finanziaria (300-500 milioni e non 25 come dagli ultimi emendamenti) per il fondo da destinare unicamente a sostenere gli investimenti effettuati dalle aziende in regola che hanno acquistato quote. Zaia difende il proprio decreto assicurando che “non è una sanatoria” perchè la rateizzazione prevede tassi di mercato del 6-6,5%.
“Non è un regalo per pochi” perchè invece riguarda più di 17.000 aziende lattiero casearie sulle oltre 40.000 attive. Alcune modifiche del decreto rafforzano le garanzie dei pagamenti degli splafonatori che partecipato alla rateizzazione come il blocco degli aiuti Pac e Nazionali fino a che l’allevatore non avrà pagato la rata della multa. Se non paga perderà anche le quote assegnate e se è recidivo nel continuare a splafonare la multa aumenta del 150%.
Fonte: Ansa

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