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LA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA, NELLA SUA RELAZIONE ANNUALE AL PARLAMENTO, METTE IN EVIDENZA LA TENDENZA DELLA MAFIA AD INVESTIRE IN CAMPAGNA. LA REGIONE PIÙ ESPOSTA? L’UMBRIA

È approdata da pochi giorni in Parlamento l’annuale relazione della Direzione nazionale antimafia. Un dossier corposo (800 pagine) in cui, oltre a ribadire che la criminalità organizzata sta diventando sempre più forte, emerge con forza il dato che anche regioni tradizionalmente meno interessate dal fenomeno vengono sempre più coinvolte negli “affari” di mafia, camorra o ’ndrangheta.

E così, secondo il rapporto dell’organo diretto dal Procuratore Pietro Grasso, l’Umbria fa sempre più gola alla criminalità organizzata, che investe volentieri il proprio denaro in agriturismi e attività agricole.

Una tendenza, quella dell’investimento rurale da parte della criminalità organizzata che, a ben guardare, già nel 2001 era stata posta al centro delle analisi della Direzione distrettuale antimafia di Firenze che in un proprio documento, accertava la penetrazione della mafia, ma in questo caso russa, in Toscana, con acquisti di immobili e attività produttive tra le colline della terra di Dante, posti in essere grazie a denaro proveniente da azioni delittuose compiute nel proprio Paese di origine.

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