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NON SOLO BRUNELLO: LA GRANDE ASCESA DEL ROSSO DI MONTALCINO

Montalcino, terra votata alla qualità, non offre solo il celebre Brunello: intenditori ed appassionati di tutto il mondo apprezzano in misura crescente il suo “fratello” più giovane, il Rosso di Montalcino. Le caratteristiche di base sono simili al Brunello, ma il Rosso si differenzia nell’invecchiamento - che è di un solo anno - e nella gradazione minima - che è 12 gradi. Di conseguenza risultano diversi gli aromi primari (più fruttati), gli aromi secondari (tipo di fermentazione) e terziari (qualora venga effettuato l’affinamento in legno). E’ un vino che si accompagna bene con qualsiasi tipo di portata, in particolare con piatti di media struttura, quali primi di pasta con sughi di carne, pollame, funghi e tartufi, risotti compositi, carni di maiale e vitello salsato.

Il Rosso di Montalcino è un vino di grande potenzialità. Deriva da una vinificazione ed un affinamento diversi dal Brunello, che danno origine ad un vino altrettanto nobile. Il Rosso ha un target molto ampio di consumatori, perché è di facile abbinamento ed ha un buon rapporto qualità-prezzo: per questo sta ottenendo un sempre maggiore gradimento. Può essere immesso sul mercato dopo il primo settembre dell’annata successiva a quella della produzione delle uve. “Il disciplinare poi lascia ampia libertà ai produttori - spiega il direttore del Consorzio Stefano Campatelli - che possono decidere o meno di farlo maturare in botte. E’ quindi possibile trovare in commercio del Rosso giovane oppure del Rosso, magari maturato in barrique, strutturato e complesso, quasi da assomigliare al Brunello. Il disciplinare di produzione peraltro prevede che il vino atto a divenire Brunello possa essere messo in vendita durante il periodo di invecchiamento come Rosso di Montalcino”.

Per la prima volta in Italia ai produttori di questo territorio è stato concesso di ottenere, dagli stessi vigneti, due vini a denominazione di origine. Infatti, in base ad una scelta “a cascata”, i vigneti destinati al Brunello possono essere utilizzati anche per il Rosso di Montalcino, restando ferma la norma di una resa massima di 80 quintali per ettaro (la situazione inversa non è possibile). Negli ettari destinati solamente al Rosso la resa massima per ettaro è di 90 quintali e quella dell’uva in vino non deve essere superiore al 70%. Già apprezzato e conosciuto con varie denominazioni, il Rosso di Montalcino ha acquisito precisa identità ed ufficiale riconoscimento con il passaggio alla Doc, avvenuto con il decreto del Presidente della Repubblica del 25 novembre 1983. Il nuovo disciplinare, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 148 del 26 giugno 1996, ha introdotto, fra le altre novità, l’obbligo di imbottigliamento in zona di produzione e la regolamentazione del termine “vigna” (è possibile iscrivere all’albo dei vigneti una vigna con un proprio nome; le uve ed i vini derivati devono rispettare norme più restrittive rispetto alle tipologie senza indicazione).

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