Non solo Brunello: Montalcino, capitale di uno dei vini più famosi del made in Italy, si scopre città-modello di accoglienza e integrazione razziale. Qui vivono e lavorano felicemente persone giunte da 47 differenti Paesi: dagli albanesi agli inglesi, dagli americani ai giapponesi, passando per romeni, filippini e tedeschi. Ma anche sloveni, tunisini, indiani e cubani. Un piccolo melting pot che in questa comunità di poco più di 5.000 persone sembra funzionare perfettamente: mai un problema di ordine pubblico, mai un episodio di criminalità, mai una tensione. Qui vige la cultura della legalità, gli immigrati sono tutti regolari e tutelati da veri contratti di lavoro. I protestanti vivono gomito a gomito con i musulmani, i cattolici con gli ortodossi, e le vie del paese sono una babele di lingue diverse. Per non parlare delle scuole, in cui studiano insieme bambini di molteplici etnie.
Intanto a “Benvenuto Brunello” (20 e 21 febbraio), evento di presentazione della nuova annata, sono attesi a Montalcino giornalisti ed operatori di tutto il mondo. Nel distretto del Brunello, che vanta mediamente un giro d’affari annuo di 130 milioni di euro, i posti di lavoro non mancano: a partire dalle vigne, ma non solo. Alle aziende vinicole servono manager, segretarie, responsabili commerciali ed enologi, con una buona padronanza delle lingue ed una spiccata propensione ai contatti con l’estero, visto che ben il 60% del Brunello si vende fuori dall’Italia. Un altro grande bacino di occupazione per il lavoratori che arrivano da oltre confine è rappresentato dal turismo, con decine di ristoranti, alberghi, enoteche e negozi. Attirata dall’altissima qualità della vita offerta da questa piccola perla della Toscana, una preziosa comunità cosmopolita si è così insediata nel corso degli ultimi anni a Montalcino. Preziosa perché senza di loro la produzione del Brunello non sarebbe possibile: gli stranieri rappresentano una risorsa vitale per l’economia del territorio.
A Montalcino risultano residenti 633 stranieri, il 12,09% della popolazione - ma sono molti coloro che risiedono nei comuni limitrofi e che tutti i giorni si recano a lavorare a Montalcino, quindi la presenza straniera è in realtà maggiore. Si tratta di un dato nettamente più alto della media italiana, in cui l’incidenza percentuale degli stranieri sulla popolazione complessiva si attesta al 5% (fonte: rilevazione Istat al 1° gennaio 2007). Anche comparato alla situazione di Paesi notoriamente più aperti alla presenza straniera, come Germania (8,8% del totale dei residenti), Spagna (6,2%) e Regno Unito (5,2%) il dato riferito a Montalcino appare considerevole.
Gli stranieri residenti nella capitale del Brunello arrivano da 47 diversi Paesi del mondo: nel dettaglio Austria, Germania, Lettonia, Portogallo, Belgio, Grecia, Lituania, Paesi Bassi, Regno Unito, Ungheria, Bulgaria, Danimarca, Francia, Irlanda, Polonia, Romania, Spagna, Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Ucraina, Croazia, Macedonia, Montenegro, Svizzera, Moldova, Algeria, Kenya, Marocco, Nigeria, Senegal, Tunisia, Brasile, Stati Uniti, Argentina, Canada, Repubblica Dominicana, Bolivia, Cile, Cuba, Perù, Giappone, Pakistan, Filippine, Laos, Sri Lanka e India.
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