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COLDIRETTI: PER CIBO + 3,5 % IN NEGOZIO, MA NEI CAMPI -10,9%

Con una crescita del 3,5% l’aumento dei prezzi per alimentari e bevande nei negozi è stato più del doppio dell’inflazione nonostante nei campi si sia verificata, in controtendenza, una riduzione del 10,9% nei compensi pagati agli agricoltori, nello stesso mese: lo afferma la Coldiretti nel commentare i dati sull’inflazione del 1,6% nel febbraio pubblicati dall’Istat.

L’aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo - sostiene la Coldiretti - conferma la presenza di forti distorsioni esistenti nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che danneggiano imprese agricole e consumatori.

“Nel 2008 - precisato la Coldiretti - le inefficienze e le speculazioni sono costate alle tasche degli italiani 4 miliardi di euro con l’aumento dei prezzi per i prodotti alimentari che è stato in media del 5,4% superiore al 3,3% dell’inflazione generale con un differenziale del 2,1% che tende ad allargarsi nel 2009 (2,2% a gennaio) nonostante il forte calo dei prezzi delle materie prime agricole”.

Gli italiani hanno speso 205 miliardi in alimenti e bevande (141 miliardi in famiglia e 64 fuori) che rappresentano ben il 19% della spesa familiare ed è quindi necessario interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica. L’obiettivo è quello di ridurre la forbice dei prezzi tra produzione e consumo per recuperare valore per le imprese e per i cittadini.

“Qui non c'entra né la crisi mondiale né altro, si tratta semplicemente di una prolungata rapina che - sostiene la Coldiretti - dobbiamo fermare con il nostro progetto per una filiera tutta agricola, tutta italiana e firmata dagli agricoltori. In generale, per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all'industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori”.

“I prezzi - conclude la Coldiretti - aumentano quindi in media quasi cinque volte dal campo alla tavola e esistono dunque ampi margini da recuperare, con più efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica”.

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