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IL PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA FEDERICO VECCHIONI: “PORTARE L’AGRICOLTURA AL CENTRO DELL’ECONOMIA”. RI-NAZIONALIZZARE GLI AIUTI ALL’AGRICOLTURA? “NON ABBIAMO PREGIUDIZI, MA SERVE UNO STATO EFFICIENTE”. “IN ITALIA RAPPRESENTIAMO IL 15% DEL PIL”

“L’agricoltura deve essere inserita a pieno titolo nell’agenda dell’economia italiana”: così Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, ha dato il benvenuto al Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, oggi a Taormina al Forum “Futuro Fertile”. Un intervento, quello di Vecchioni, che segue alle dichiarazioni di apertura del Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, per assegnare i terreni demaniali agli imprenditori agricoli. Una richiesta avanzata proprio da Confagricoltura e relativa a 300.000 ettari in tutta Italia.

Il ruolo dell’agricoltura, secondo il numero uno di Palazzo della Valle, “può essere utile per uscire dalla recessione”.
Positivo, dunque, il dibattito che ha dato la giusta centralità all’agricoltura negli ultimi mesi. “Purtroppo anche l’agricoltura - prosegue Vecchioni - è stata interessata dalla “finanziarizzazione”. Perché anche le commodities alimentari sono state oggetto di speculazione”.

All’attenzione del Ministro Tremonti, Federico Vecchioni porta anche il ruolo sociale dell’agricoltura, nella battaglia contro la fame nel mondo. “Però - afferma il numero uno di Confagricoltura - serve una strategia condivisa. Se Fao e Organizzazione mondiale vanno in direzioni opposte, allora i 900 milioni di persone affamate saranno destinate ad aumentare. E invece dovremmo far convivere diversi modelli di agricoltura e di sviluppo, con un riposizionamento nel mondo delle agricolture. Perché non esiste soltanto un modello di agricoltura: l’Africa centrale avrà esigenze diverse dalle nostre. Ma non dimentichiamo che in Italia l’agricoltura rappresenta il 15% del Pil”.

Innegabile, secondo Vecchioni, il ruolo dell’agricoltura anche in Europa. “Purtroppo fino ad ora l’Unione Europea è stata politicamente un po’ debole - dice - ma non dimentichiamo che dal 1957 ha una Politica agricola comune, anche se con un peso nel bilancio che è sceso dal 60% al 34%”.

Per il futuro, quale Politica Agricola comune? Vecchioni non ha dubbi: “Se l’agricoltura è strategica, allora la Pac va mantenuta, ma non deve essere intesa come un sostegno al reddito, ma come uno strumento di crescita”.

Gestiti a livello centrale, per il presidente di Confagricoltura i finanziamenti della Politica agricola comune potrebbero essere anche gestiti direttamente dai singoli Stati. “Non abbiamo pregiudiziali - spiega Vecchioni - e non abbiamo preclusioni ideologiche, anche perché una ri-nazionalizzazione degli aiuti consentirebbe all’Italia di risparmiare 5-600 milioni di euro. Ma riportare in Italia una politica agricola significa avere uno Stato efficiente”.

A parte il capitolo sulla burocrazia. Vecchioni spezza una lancia in favore del ministro Tremonti, ma serve una spinta ulteriore. “Apprezziamo l’impegno per contrastare la burocrazia - dichiara il presidente di Confagricoltura - ma oggi passiamo 100-120 giornate a compilare carte e non per dedicarci al mercato”.

il ruolo da anni assunto da Confagricoltura. “Ministro Tremonti, non siamo pro o contro i governi o i partiti - chiosa Vecchioni - siamo sempre e soltanto al fianco delle imprese, convinti che un’agricoltura forte sia il presupposto per far crescere le aziende e la competitività”.

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