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IN RUSSIA VA DI MODA IL “ROSSO”: L’80% DEL VINO BEVUTO E’ DI VITIGNI A BACCA NERA. L’EXPORT ITALIANO CRESCE DEL 38% NEL 2008

Oltre 1 miliardo di litri di vino consumati nel 2007, una crescita del 70% in dieci anni, un consumo medio pro capite di 7 litri l’anno in costante ascesa con un export italiano in crescita del 38% nel 2008. E’ il mercato russo analizzato nel focus sulla Russia, a Vinitaly.

Secondo la Research Agency for Federal and Regional Alcohol Markets, il consumo di vino in Russia crescerà a ritmi tali da raggiungere in pochi anni i livelli dell’Europa occidentale, lasciandosi per sempre alle spalle l’idea stereotipata del russo bevitore di vodka. E anche Wine Intelligence, l’agenzia di ricerca che si dedica all’analisi del trend del consumatore, pronostica che il segmento dei bevitori abituali di vino raddoppierà entro il 2010, offrendo importanti opportunità di crescita per i produttori pronti a intercettare questo dinamico mercato.

C’è da aggiungere che, con un reddito tra i più alti fra le grandi economie emergenti, il potere d'acquisto nelle grandi città russe è ormai comparabile a quello dei principali Paesi industrializzati. Ed è in costante crescita una nuova élite sempre più attenta alla qualità, capace di apprezzare il mangiar bene, ma che si mostra anche sensibile al fascino dei prodotti “status symbol”, attraverso i quali manifestare il grado di benessere raggiunto.

Ma accanto a questa fascia privilegiata di consumatori, che hanno fatto da apripista ai vini d’importazione d’alta qualità, si fa largo il ceto medio delle metropoli (a Mosca le retribuzioni sono almeno 3,2 volte la media nazionale), con redditi in ascesa e alla ricerca di nuove soluzioni per i propri consumi. Secondo il Ministro per lo Sviluppo economico russo, la cosiddetta classe media passerà, entro il 2010, dall’attuale 21% al 30% della popolazione, per arrivare a rappresentare ben il 50% del totale nel 2020.

Ma cosa beve il consumatore russo? Secondo i dati del Centro Studi Vinitaly, la maggior parte delle vendite riguarda i vini più economici (meno di 5 euro a bottiglia), in gran parte di provenienza locale (Ucraina), che rappresentano il 60% del mercato. L’altro segmento è costituito dai vini “standard” (tra i 5 ed i 10 euro), soprattutto del Nuovo Mondo e in parte francesi, spagnoli ed italiani (34% dei consumi). Infine, c’è la fascia "premium" (oltre i 10 euro a bottiglia), dove si colloca la maggior parte della produzione enologica europea di qualità, che rappresenta al momento solo il 6% del mercato, ma che si mostra in costante crescita da almeno 10 anni. L’80% dei volumi venduti è inoltre costituito da vini rossi, capaci di accompagnare le succulente pietanze locali. Infine il consumatore russo si mostra particolarmente sensibile all’habillage del prodotto (marchio, forma della bottiglia, etichetta, collarino), che gioca un ruolo molto importante nella scelta. Per i collezionisti con reddito elevato, le denominazioni italiane più conosciute e ricercate sono il Brunello di Montalcino, il Barolo, l’Amarone. Tra i vini bianchi, le regione più richieste sono il Friuli Venezia Giulia e il Piemonte (Gavi e Asti spumante), mentre per quanto riguarda il Sud è la Sicilia in testa alle preferenze.

In Russia si importa il 60% del vino consumato. Nel settore dei vini fermi, leader è la Bulgaria (oltre il 25% del mercato), mentre l’Italia si attesta al quarto posto con quasi il 7%, dietro Francia e Spagna. Secondo i dati Istat, nel periodo gennaio-ottobre 2008, l’esportazione di vino dal nostro Paese verso la Russia è aumentata del 38% in quantità (27.225.150 litri) e del 21,3% in valore (54.758.743 euro), riconfermando ancora una volta il Paese come uno dei mercati più dinamici per il settore. Nella categoria del vino spumante, l’Italia è invece leader incontrastata con il 57% delle vendite, superando di gran lunga anche la Francia.

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