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NASCE A BOLOGNA LA “BALLA DEGLI SPAGHETTI ALLA BOLOGNESE”, UN “GRUPPO GOLIARDICO” CHE TRASFORMA IL MITO NEGATIVO DI UNO DEI PRODOTTI ITALIANI PIU’ FAMOSI IN UNA VERA E PROPRIA AZIONE DI MARKETING

Dalla parola dialettale bolognese bâla, ovvero “gruppo di amici, combriccola, compagnia”, deriva l’universitaria “Balla”, intesa nel senso di gruppo goliardico, mentre in italiano, lo stesso termine, esprime invece una bugia, una frottola, un’invenzione, una finta. Giocando volutamente su questa ambiguità, nasce a Bologna la “Balla degli Spaghetti alla Bolognese”, un vero e proprio “gruppo goliardico” che riunisce uomini di scienza, di cultura e di spettacolo appassionati testimonials della bolognesità, con lo scopo di trasformare “un mito in negativo”, come quello degli “spaghetti bolognaise”, così com’è conosciuto e chiamato in tutto il mondo uno dei prodotti più tipici di Bologna e della cucina italiana in generale, in un volano positivo, cioè quasi fosse un “falso d’autore”.

Un recente sondaggio indica che il piatto preferito dei britannici sono proprio gli “spaghetti bolognaise”, tant’è che ne consumano quantità incredibili: ben 670 milioni di porzioni l’anno. Un inglese medio mangia “spaghetti bolognaise” almeno due volte alla settimana e, durante una vita intera, ne trangugia quasi 3.000 porzioni. Messe da parte le inutili lamentele sull’uso indiscriminato di questa locuzione in moltissimi ristoranti nel mondo intero, soprattutto nelle grandi metropoli, l’idea dei “soci fondatori” della “Balla degli spaghetti alla Bolognese” - dal giornalista/editore Giulio Biasion al giornalista enogastronomico Umberto Faedi, dall’esperto di cucina internazionale Franco Mioni alla sommelier ed enogastronoma Neria Rondelli, fino a Vincenzo Spampinato, operatore culturale e ristoratore, e Piero Valdiserra, responsabile marketing e giornalista, membri del “direttivo” del gruppo - è quella di utilizzare il detto “incriminato”, ma conosciuto in tutto il mondo, quale azione di marketing per promuovere in termini positivi e di rilancio l’immagine della città di Bologna, con la sua arte, cultura e gastronomia, partendo proprio dal “ragù”, uno dei fondamenti storici della cucina bolognese e non solo.

“Voglio essere il Savonarola della cucina bolognese - sottolinea l’etologo Giorgio Celli che, insieme al gionrlista e attore Giorgio Comaschi, al professore e storico Rolando Dondarini e all’attore Raoul Grassilli, del Comitato scientifico della “Balla” - rifiuto completamente questo obbrobrio e al rogo chi inficia la sacralità della cucina con una tale bestemmia. Spargiamo la diceria che, in un antico manoscritto, forse un rotolo del Mar Morto, è stata rinvenuta la ricetta degli spaghetti alla bolognese e lo facciamo diventare nostro primato”.

La “Balla degli Spaghetti alla Bolognese”, proporrà anche all’estero manifestazioni, corsi di cucina, pubblicazioni su come le ricette di questo “ragù” si sono tramandate nei secoli ed anche su come abbinarvi la pasta all’uovo, in modo che, fra non molto, a Rio de Janeiro come a Pechino o a Stoccolma si possa gustare un piatto di pasta prodotta come si deve insieme ad un “ ragù “ ben cucinato.

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