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LE REAZIONI DEGLI AGRICOLTORI ALLA RELAZIONE ANNUALE DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA DRAGHI. CONFAGRICOLTURA RIBATTE SU CREDITO D’IMPRESA, FEDAGRI E CIA CONCORDI SULLA NECESSITÀ DI INTERVENTI PER FAR RIPARTIRE I CONSUMI

La relazione annuale del Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha riscosso il plauso delle organizzazioni agricole italiane.

Per Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, la più importante organizzazione delle imprese agricole del Belpaese, “è condivisibile il messaggio di Draghi sul riequilibrio dei conti pubblici e le politiche strutturali. Servono interventi immediati sulla spesa pubblica e per puntare sulla crescita. Attenzione, però, a non dimenticare l’agricoltura che può dare un importante contributo alla ripresa”. Vecchioni ha anche ricordato come, tra tanti segnali negativi dell’economia, la tenuta dell’agricoltura, migliore di altri settori (nel 2008 è stato l’unico settore produttivo a segnare un incremento, del 2,4%), “rappresenta almeno un elemento di equilibrio, che può dare garanzie sul piano strategico dell’approvvigionamento alimentare”. Ma occorre chiedersi - ha aggiunto - fino a quando la situazione sarà sostenibile anche per l’attività primaria, visti i segnali preoccupanti, nell’anno in corso, soprattutto in alcuni settori importanti, come quelli delle produzioni cerealicole, del vino, dell’olio di oliva ed in particolare delle produzioni zootecniche e del latte (dove non é garantita alle imprese una sufficiente redditività)”.

Confagricoltura concorda con Draghi soprattutto sul tema del credito alle imprese, tema su cui l’organizzazione insiste da mesi. Il Governatore della Banca d’Italia ha infatti invitato le banche a “valutare il merito delle imprese” nella concessione del credito, vitale per l’attività economica di ogni settore. “L’asfissia finanziaria, registrata da Mario Draghi - ha commentato Vecchioni - preoccupa notevolmente anche le imprese agricole. Uscire dalla crisi significa ricostruire la fiducia, che non si ricostruisce con la falsa speranza ma neanche senza speranza. La forza dell’ottimismo è indubitabile - ha concluso il presidente di Confagricoltura - e come imprenditori abbiamo il dovere di avere fiducia, di avere speranza, perché senza di esse e senza coraggio non si supera una crisi che si avverte forte anche nelle campagne. Occorre però fare come negli anni Sessanta sostenendo la crescita soprattutto laddove, come in agricoltura, il tessuto economico è sano. Le Banche valutino il merito creditizio con lungimiranza”.

Draghi, nella sua relazione, ha parlato di una previsione sul calo del Pil del -5%, con un rischio di disoccupazione del 10%, se non arriveranno riforme strutturali.

Un trend negativo registrato anche da Fedagri-Confcooperative. “La crisi - commenta il presidente Paolo Bruni - è arrivata a mordere l’agricoltura, e di riflesso le cooperative agricole ed agroalimentari. Questo trend negativo viene confermato da una anticipazione delle indagini congiunturali di Elabora, centro studi Confcooperative, che mostra come il 55% delle imprese cooperative di Fedagri-Confcooperative ha registrato, nel primo quadrimestre 2009, una contrazione del fatturato sul quadrimestre precedente, legata prevalentemente al perdurare della crisi dei consumi delle famiglie e alla contrazione della spesa di generi alimentari”.

“È da tempo - aggiunge Bruni - che denunciamo questo quadro nelle sedi istituzionali, al Governo e al Parlamento, chiedendo misure anticrisi appropriate e specifiche per il mondo dell’agricoltura e dell’agroalimentare e a fronte delle quali purtroppo le risposte concrete si sono rivelate insufficienti”.

Sulla stessa linea di pensiero del Governatore anche la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori: “una relazione molto chiara - commenta il presidente Giuseppe Politi - essenziale e convincente. Un’analisi concreta dalla quale emerge la preoccupazione per l’attuale situazione economica. Un monito che va raccolto e sviluppato al più presto con politiche economiche e sociali realmente mirate e con riforme coraggiose. Il governatore della Banca d’Italia - evidenzia il presidente della Cia - non ha mancato di mettere in luce le difficoltà delle famiglie italiane, alle prese con problemi di reddito, con la disoccupazione, con una flessione dei consumi e con questioni assillanti come quelle dei mutui e dell'indebitamento. Per questa ragione - conclude - siamo convinti dell'esigenza di una rinnovata azione, di riforme e di intereventi strutturali che ci permettano di affrontare e superare una crisi, una delle più difficili degli ultimi decenni, sia sotto il profilo economico che sociale”.

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