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IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AGRICOLTURA DEL PARLAMENTO UE, PAOLO DE CASTRO A WINENEWS: DALLA PAC AI DAZI, AL RUOLO PIÙ FORTE DELL’ASSEMBLEA EUROPEA DOPO IL TRATTATO DI LISBONA

“Oggi il 42% del suo bilancio Ue (54 miliardi di euro su 130) va all’agricoltura, ma la volontà è di ridurre questa fetta al 36% nel 2013”. È solo uno dei punti con cui il settore dovrà fare i conti per il futuro. Lo spiega a WineNews Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue.

Una strada che rischia di mettere in difficoltà la competitività delle imprese europee. “Gli Usa, per esempio, danno alle loro aziende 77 miliardi di dollari come aiuto all’export. Ma le imprese agricole americane sono 2,5 milioni, quelle Ue più di 10”. Proprio l’export è fondamentale, e in questo senso, per De Castro, è improponibile parlare di “reintrodurre dazi alle importazioni per tutelare le produzioni nazionali, se poi dagli stessi Paesi a cui li applichiamo vogliamo condizioni vantaggiose per le nostre esportazioni”. Anche per l’Italia, “il cui export agroalimentare vale oggi 24 miliardi di euro all’anno, ma che può raggiungere i 50 miliardi”. “La riduzione della Pac, poi, non vuol dire spendere meno. Solo quest’anno - precisa - i piani straordinari messi in campo da Francia (1,6 miliardi), Germania (700 milioni) e Spagna (300 milioni) superano i 2,5 miliardi di euro. Ma così si va verso una ri-nazionalizzazione dell’agricoltura, che se da un lato dimostra diverse sensibilità verso il settore, dall’altro porta distorsioni”.

Ma gli agricoltori hanno un alleato istituzionale in più in Ue, grazie ai maggiori poteri decisionali che il trattato di Lisbona conferisce all’Europarlamento. Se nel consiglio dei Ministri europeo, spiega De Castro, ogni Paese ha la stessa forza ed è più difficile trovare accordi forti, nel Parlamento, dove si ragiona per seggi, è diverso. “Bisogna guardare al domani con ottimismo - conclude De Castro - perché l’agricoltura italiana, comunque, ha fatto grandi passi avanti”.

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