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“ENERGIA VERDE”: IL NORD ITALIA E’ IL PIÙ ATTIVO NEL SETTORE. LA LOMBARDIA IN TESTA NELLA HIT PARADE DELLE REGIONI D’ITALIA PIÙ ATTIVE NELLA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI. DA AREZZO LEGAMBIENTE LANCIA NUOVE PROPOSTE

Un settore in sviluppo, ma con ancora tanta strada da fare. E’ la fotografia scattata ad Arezzo, ad Agrienergie, la fiera dedicata al settore delle energie da e per l’agricoltura, da Aper (l’Associazione produttori energia da fonti rinnovabili). Occasione è stata il convegno di Legambiente dal titolo “Strategie per lo sviluppo delle filiere agroenergetiche in Italia - uso del suolo e criteri di sostenibilità”.

Dalla indagine, compiuta dall’Aper, risulterebbe che le regioni più attive in Italia sarebbero quelle del Nord: dei circa 700 impianti per la produzione di energia presenti in tutto il Paese infatti, solo al nord si registra la presenza di oltre il 50% con la Lombardia nella vetta della classifica delle regioni che vanno ad energia verde con 174 impianti per un regime di 237 Mw a biomasse. Seguono nella classifica il Trentino Alto Adige con 91 impianti ed il Veneto con 76. Subito dopo il podio l’Emilia Romagna con 75 impianti seguita al Centro dalla Toscana con 32. Per quanto riguarda il Meridione le due regioni più attive sono la Puglia e la Campania entrambe con 27 impianti. Dalla ricognizione compiuta emergono nel dettaglio 723 mpianti in esercizio, per un totale di 1490,88 MW installati.

Sulla base di questi dati Legambiente lancia da Agrienergie un documento per un rilancio sostenibile delle bioenergie in Italia tenendo conto del legame con il territorio e con l’agricoltura, settore dal quale possono nascere importanti volani economici e di sviluppo sostenibile. “Le agrienergie sono una fonte energetica indissolubilmente legata alle economie agricole locali e ai contesti territoriali - spiega il responsabile nazionale agricoltura non food di Legambiente, Beppe Croce - questo implica uno sviluppo altamente decentrato con scelte di tecnologie e di impianti dimensionate sulle risorse di biomassa dei diversi territori”. In sintesi il documento racchiude alcuni punti chiave sulla base dei quali le agrienergie dovrebbero svilupparsi in vista degli obiettivi di Kyoto previsti per il 2020.

Le bioenergie rappresentano oltre il 10% del consumo globale di energia primaria nel mondo e rappresentano tuttora 2/3 dell’intera produzione di energia primaria da fonti rinnovabili nell’Unione Europea che assegna un ruolo importante a questa fonte anche negli scenari a medio termine (vedi obiettivi al 2020) e ha iniziato a definirne alcuni criteri di sostenibilità. L’Italia soddisfa con energia verde solo il 3,6% del proprio fabbisogno energetico (contro il 6% della media Ue) anche se con il piano d’azione per la Biomassa l’Europa ci chiede di raddoppiare queste percentuali entro il 2010. In termini energetici nella Unione Europea, allo stato attuale, si prevede un incremento dell’impiego di biomassa dagli attuali 69 Mtep ad oltre 180 Mtep entro il 2010 con scenari ancora più ampi entro il 2020.

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