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GLI AGRICOLTORI DELLA GRECIA SONO IN RIVOLTA: CHIEDONO AIUTI E LOCCANO DA 17 GIORNI STRADE E VALICHI

Gli agricoltori greci in rivolta hanno deciso di continuare la protesta che blocca da 17 giorni strade e valichi di frontiera, e hanno avanzato nuove richieste al governo socialista di Giorgio Papandreou. I coltivatori della Grecia settentrionale, che creano la maggioranza dei blocchi stradali, hanno raggiunto l’altro ieri un accordo su una piattaforma di nove richieste che insistono sugli aiuti immediati sotto forma di rimborsi e prezzi garantiti al settore in crisi mentre esigono miglioramenti fiscali, creditizi e pensionistici.

Gli agricoltori intendono presentare tali richieste al Ministro dell’Agricoltura, Katerina Batzeli, con cui potrebbero incontrarsi domani. Nel frattempo continuano i blocchi, estesi ora anche alle auto private in transito al principale valico di frontiera con la Bulgaria. Gli altri agricoltori, che avevano già incontrato Batzeli il 29 gennaio senza risultati tangibili, hanno egualmente espresso l’intenzione di continuare la protesta, che pure non è omogenea e continua ovunque, ed oggi si riuniscono di nuovo per valutare la situazione.

Il Ministro dell’Agricoltura, pur ribadendo la posizione del governo che esclude nuovi aiuti diretti al settore almeno per tutto il 2010, aveva presentato il 29 gennaio nuove proposte che prevedono, fra l’altro, un fondo di un miliardo - dei 28 stanziati a suo tempo per aumentare la liquidità del sistema bancario di fronte alla crisi globale - al fine di garantire prestiti ai contadini. Inoltre viene offerto il congelamento dei debiti e l’estensione della copertura creditizia delle spese di coltivazione.

Batzeli aveva invitato i lavoratori a sospendere le barricate che hanno già provocato perdite per centinaia di milioni di euro e stanno creando seri problemi al paese in un momento già estremamente difficile.

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