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SULL’AGRICOLTURA FINISCE A CAZZOTTI. SUL DDL PER LA COMPETITIVITÀ DEL SETTORE LA MAGGIORANZA VA SOTTO DUE VOLTE SU EMENDAMENTI DELL’OPPOSIZIONE, E SCOPPIA LARISSA TRA EVANGELISTI (IDV) E RAINERI (LEGA)

Alla fine, sull’agricoltura, volarono cazzotti. E non nei campi, tra qualche virgulto agricoltore stressato dalla fatica e dai modi un po’ rudi, ma tra alcuni deputati dell’Italia dei Valori e della Lega tra le eleganti poltrone rosse della Camera dei Deputati. A scatenare il putiferio due emendamenti del Ddl sulla competitività dell’agricoltura, ieri in discussione, che hanno visto la maggioranza andare sotto, a causa della scarsa presenza di parlamentari in entrambi gli schieramenti (che la dice lunga sulla considerazione dell’agricoltura da parte della classe dirigente del Paese, che spesso la sbandiera, a parole, come “fiore all’occhiello” del made in Italy), che ha penalizzato di più, evidentemente, il centrodestra. Secondo le agenzie, il primo “round” è stato solo verbale: il governo va sotto per 9 voti su un emendamento dell’Udc, sui cui l’Esecutivo (al banco c’era il solo Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia) aveva dato parere contrario. Esultanza dell’opposizione, e il “butta dentro” del Pdl, Simone Baldelli, richiama a parole grosse i colleghi in Transatlantico.
Il presidente della commissione Agricoltura, Paolo Russo (Pdl), prova a far slittare la discussione del testo, ma l’opposizione è temporaneamente in maggioranza, e quindi si prosegue. La seconda caduta del centrodestra è su un emendamento presentato da Pd e Udc, e solo per un voto, e scoppia la gazzarra: il dipietrista Fabio Evangelisti prende di mira il Ministro Zaia, che apostrofa con sarcasmo: “questo è il grande ministro della Lega. Sei davvero arrivato al capolinea. Meriti di andare a fare l’agricoltore in Veneto”, riporta l’Ansa. Affondi conditi, di fronte alle proteste leghiste, con una battuta sul comportamento delle scimmie (poco prima in aula si è battibeccato su una mostra relativa all’evoluzionismo promossa dalla Regione Piemonte). Parole che fanno rompere gli argini ai deputati leghisti: mentre Fabio Raineri della Lega cerca di arrivare al banco di Evangelisti, questi mostra il dito medio ai leghisti che lo insultano. Verso di lui vola un volume del Regolamento della Camera, che finisce con lo sfiorare Pier Ferdinando Casini (Udc).
Intanto Ranieri raggiunge il banco di Evangelisti, e il dipietrista gli sferra un pugno: poi negherà di aver colpito il collega del Carroccio, ma in tanti confermano che il “gancio” è arrivato a segno. Vittima del parapiglia anche Bruno Cesario (Api): un leghista, spingendolo, lo colpisce alla gamba e i medici della Camera gli daranno due giorni di prognosi. Lupi sospende la seduta, ma gli animi non si raffreddano. “Eccolo lì, uno che mi vuole picchiare”, urla in Transatlantico Evangelisti vedendo il leghista Matteo Brigandì che gli si scaglia contro ma viene subito bloccato dai colleghi. Ma la bocca è libera: e gli grida “Dì una parola che ti spacco il culo. E non farti più vedere in giro perché appena ti incontro da solo ti spacco la faccia”.

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