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IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE GIANCARLO GALAN A CONFAGRICOLTURA: “VOGLIO METTERE LE IMPRESE DELLA FILIERA ALIMENTARE IN GRADO DI COMPETERE AL MEGLIO SUL MERCATO GLOBALE”

“Ho ascoltato con grande attenzione e questo mi servirà molto, perché il mio motto è sempre stato: prima imparo e dopo decido. Certo che da quello che ho appreso sinora ci sono cose che fanno sanguinare il cuore, come il miliardo di fondi europei dei piani di sviluppo rurale che rischiamo di perdere per lentezze procedurali, burocratiche e progettuali”. Ed ancora: “conosco la cifra di 80 miliardi relativa a ciò che l’Italia perde nel mondo in fatto di export alimentare a causa del cosiddetto italian sounding, ovvero prodotti con nomi italiani, ma fatti un po’ovunque che occupano gli spazi di quelli originali sui mercati internazionali”. Così il Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan, nella prima uscita ufficiale come Ministro delle Politiche Agricole, in Confagricoltura.
Il presidente Federico Vecchioni aveva aperto la riunione illustrando al Ministro le linee economiche e strategiche della Confagricoltura, per poi sottolineare le emergenze del settore, dal contenimento dei costi d’impresa al rischio di veder sfumare circa 1 miliardo di fondi non spesi dalle Regioni, su cui intervenire con maggiore urgenza.
“Sulle quote latte ho studiato - ha detto ancora Galan - ma non dico nulla per rispetto al Parlamento, visto che più tardi risponderò ad un question time alla Camera, ma posso anticiparvi che non rimarrete certamente delusi”.
“Quel che è certo - ha assicurato il ministro - è che non cercherò di insegnarvi a fare il vostro mestiere, ma cercherò di mettere voi, imprenditori agricoli italiani, nella condizione di competere al meglio sul mercato globale”. Poi una considerazione ironica: “Quando qualcuno sostiene la logica dei prodotti a ‘chilometri zero’ pensa a che fine farebbe il mare di vino che esportiamo se tutti nel mondo adottassero questa linea?”.
“Sugli Ogm, ho già espresso il mio pensiero, che è laico, scevro da posizioni preconcette, come è mia regola - ha ribadito Galan - a parlare devono essere la scienza e la ricerca. Le ascolterò, per non far correre il rischio al grande Paese che è l’Italia di restare indietro rispetto ai più veloci del mondo. Perché, come ministro, dopo aver ascoltato, ho il dovere di decidere. Per questo, ai tavoli di concertazione, non intendo seguire le liturgie defatiganti e spesso dannose di un certo vetero-sindacalismo. E, vi prometto, non sarò un ministro del Nord, del Centro o del Sud, ma il rappresentante degli interessi di tutta l’agricoltura nazionale”.
“E a questo proposito - ha proseguito il ministro - visto che sono iniziate le manifestazioni per celebrare i 150 anni di unità nazionale, vi voglio dire il mio pensiero del mattino, quando, al ministero, passo nella saletta in cui è custodita, trasferita da Torino, la scrivania che fu di Camillo Benso di Cavour quand’era ministro dell’agricoltura del regno. Quella scrivania mi suggerisce un rigoroso senso di responsabilità e penso: ce la farò?. La risposta è: sarà difficile, ma se ce la farò è perché lavoreremo tutti assieme. Vi giuro che non sarò uomo di parte, voglio con tutti un rapporto di grande chiarezza. Voglio essere non il padrone, ma l’arbitro dell’agricoltura italiana”.

Caro Ministro … Così il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni: “confronto leale in un clima costruttivo”
“Confagricoltura è un’organizzazione storicamente liberale. La nostra azione è figlia della nostra cultura. Non chiediamo modelli precostituiti, dogmi, aiuti; vogliamo semplicemente che agli imprenditori vengano offerti gli strumenti per competere. Rimarchiamo la funzione della rappresentanza che agisce, propositivamente, ma rispettando i ruoli, nei confronti della politica”. Lo ha rimarcato il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni.
Federico Vecchioni, nell’intervento, ha voluto rimarcare l’impegno dell’organizzazione a creare un clima coeso e costruttivo della filiera agroalimentare in tutte le sue componenti, compreso il mondo del lavoro: “l’obiettivo è la redditività delle imprese agricole e della filiera, che porta benefici e ricchezza non solo agli imprenditori ma anche ai lavoratori ed al sistema Paese”.
Da Confagricoltura sono arrivate precise richieste: di rigore sul tema delle quote latte (per non favorire la concorrenza sleale verso i produttori onesti e sterilizzare i tentativi di alcuni di dare credito e opportunità ai disonesti); di rilancio del sistema allevatoriale, superando il monopolio dell’Aia ed aprendo a servizi moderni e innovazioni tecnologiche; di valorizzazione dell’italian sounding, con interventi di sostegno e promozione; di attenzione alle tematiche del biotech facendo parlare la ricerca, la sperimentazione, la scienza e non l’oscurantismo ideologico.
In primo piano anche le disfunzioni di Agea (a livello nazionale e territoriale) che non permette i pagamenti dei sostegni europei ai produttori agricoli in modo tempestivo ed omogeneo. Proprio per questo i Centri di Assistenza Agricola facenti capo a Confagricoltura non hanno firmato la convenzione con Agea, attendendo chiarimenti ed una necessaria inversione di rotta dell’ente pagatore.
In evidenza anche i problemi dei settori in estrema difficoltà (come quelli bieticolo-saccarifero e tabacchicolo). E’ necessario poi che non vadano persi i fondi europei per lo sviluppo agricolo. La fiscalizzazione degli oneri sociali, che scade a luglio prossimo, va stabilizzata.

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