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AGRICOLTURA: LE IMPRESE SPENDONO 3 MILIARDI ALL’ANNO PER LE CARTE IN UN ANNO. LA BUROCRAZIA SOFFOCA IL SETTORE. LO DICE L’INAC-CIA

La burocrazia fa affogare nelle carte sia i cittadini che le imprese agricole. Il singolo imprenditore agricolo annualmente fa i conti con un “onere burocratico” di 7.000 euro, per un totale, per l’intero settore, che supera i 3 miliardi di euro l’anno, ed è costretto a far pratiche che vanno oltre i tre chilometri e mezzo, che sommate a tutte le aziende operanti nel Paese si arriva a più di 2 milioni chilometri. E’ la denuncia arrivata oggi nell’iniziativa, promossa dall’Inac, patronato della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori.

“Il costo che è costretto a sostenere ogni cittadino - spiega l’Inac/Cia - rende la nostra “macchina amministrativa” la più cara tra quelle europee, seconda solo alla Francia, dove, tuttavia, l’apparato pubblico, sia in termini di efficienza che di performance, è nettamente migliore del nostro”. Basterebbero, però, poche misure - è stato rilevato - per garantire un effettivo risparmio economico. Un esempio per tutti: una riduzione del 25% del carico dell’apparato burocratico, che nel nostro Paese pesa per il 4,5% sul Prodotto Interno Lordo (contro il 3,5% dell’Unione Europea), per determinare un taglio di oltre 5 miliardi di euro. Una somma con la quale si possono mettere in moto interventi a sostegno della ripresa economica e, quindi, dei vari settori produttivi.

Le imprese agricole continuano così ad operare sotto l’assillo di una burocrazia asfissiante che - sottolinea Inac/Cia - toglie risorse e tempo. Ogni anno servono più di 110 giornate di lavoro per rispondere agli obblighi di carattere burocratico. Ormai l’onere del rapporto azienda-macchina pubblica pesa per il 30% sul costo complessivo del lavoro per i piccoli e medi imprenditori. Un costo per le imprese agricole che supera, appunto, i 3 miliardi di euro l’anno, di cui 1 miliardo addebitabile ai ritardi, ai disservizi e alle inefficienze della Pubblica amministrazione. Non solo. La scarsa trasparenza e un linguaggio complesso e troppo spesso astruso continuano a rappresentare - spiega Inac/Cia - un intralcio notevole per le imprese. Una complessità alla quale si aggiungono ritardi nelle risposte e un’assistenza pressochè nulla da parte dell’amministrazione. Elementi che spingono la quasi totalitè delle aziende agricole a rivolgersi a tecnici esperti per poter interpretare il mondo della burocrazia. Abbiamo a che fare con un vero e proprio “mostro” dai mille tentacoli che impedisce di sviluppare in maniera adeguata l’attività imprenditoriale. Insomma, bisogna assicurare nei rapporti con la Pubblica amministrazione la certezza di tempi e il riconoscimento dei diritti, semplificare i rapporti tra imprese, cittadini e pubblica amministrazione, ridurre il costo della burocrazia, valorizzare la sussidiarietà verticale e orizzontale.

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