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SALONE DEL GUSTO - DAL 21 AL 25 OTTOBRE, AL LINGOTTOFIERE DI TORINO, SI RIPARTE DALLA LOTTA ALLO SPRECO ALIMENTARE

Dal suino basco euskal al vino in anfora della Georgia. Dall’emporio dei mieli da tutto il mondo alla Cena degli avanzi, con gli “scarti” (non comuni) di chef stellati come Scabin o Crippa. Con oltre 60.000 metri quadrati di spazio espositivo, torna a Torino, dopo un anno di pausa, il Salone internazionale del Gusto, dal 21 al 25 ottobre al LingottoFiere.
Le risorse per organizzarlo, in tempo di crisi, sono inferiori al 2008, ha spiegato il patron Carlin Petrini, ma “sarà comunque un Salone straordinario, più grande degli altri anni”. La mostra-mercato con le bancarelle di cibi e vini provenienti da tutti i Presidi del mondo che seguono la filosofia equosolidale dello Slow Food sarà affiancata da “Terra madre”, la manifestazione che prevede l’incontro di contadini e lavoratori delle comunità del cibo da 150 paesi.
“Cibo e territori” è l’atout 2010. Piace molto al neo-presidente leghista della Regione Piemonte Roberto Cota, che ieri sera, in conferenza, l’ha buttata lì: “valorizzare le peculiarità del territorio è una visione federalista, mi trova in accordo e sintonia”. Politica a parte, per valorizzare ogni singola realtà, quest’anno i banchetti non saranno più disposti con il criterio del tipo di cibo (i dolci da una parte, salumi e formaggi dall’altra, ecc) ma secondo quello della zona di provenienza. Ogni paese, regione o nazione avrà una propria area dove si potranno degustare tutti i prodotti tipici.
Quella 2010 sarà anche un’edizione particolarmente attenta all’ambiente. Grazie alla collaborazione col Politecnico di Torino e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, l’allestimento, i trasporti della merci, la gestione dei rifiuti, dell’acqua e dell’energia sarà ad impatto ridotto sugli anni scorsi. Inoltre, il fil rouge del “Salone del Gusto”, un po’ perché appartiene alla filosofia stessa dello Slow Food e un po’ perché siamo in tempo di crisi, sarà l’attenzione agli sprechi. La gran “Cena degli avanzi”, organizzata per il 25 ottobre, rappresenta bene questo spirito. Non si tratterà, però, di avanzi da frigofero, ma di quelli proposti da chef stellati come Davide Scabin, Alexandre Gautier, Enrico Crippa, luigi Taglienti e Michele Buri. Grande spazio ai 128 “Laboratori del Gusto”. Degustazioni guidate da grandi cuochi e sommelier, con momenti dedicati ai cibi internazionali più inesplorati. Per gli amanti del vino, ci sarà l’imbarazzo della scelta. Oltre 2.000 le etichette da degustare di cui 300 pregiatissime di vecchie annate della “Banca del Vino” Slow Food. Grande spazio anche alle birre, soprattutto quelle statunitensi e inglesi.
“La nostra non è schizofrenia giurmettistica da fighetti - ha detto Petrini, presidente Slow food - Noi diciamo solo diamo più valore al cibo, non guardiamo solo al prezzo. Ma purtroppo in questo non siamo agevolati né dalla politica né dalla cultura”. “E diciamo anche - ha aggiunto - non cementificare ma rispettare i territori. Pagare il giusto i contadini. Incentivarli perché continuino a coltivare la terra. Basta guardare all’uso smodato del fotovoltaico che viene fatto oggi su terreni fertili”. “Nonostante questo periodo non facile per l’intera economia mondiale - ha detto il presidente di Slow Food, Carlo Petrini presentando la kermesse - sono sicuro che questo sarà un grande salone. Il nostro obiettivo - ha aggiunto - e’ una manifestazione che propone un sistema produttivo del cibo in antitesi con il modello agroindustriale, portatore di questa crisi planetaria’’. ‘‘Oggi - ha proseguito il fondatore di Slow Food - al cibo non diamo più valore, ma solo prezzo, ecco perchè i numeri dello spreco alimentare sono spaventosi, solo in Italia ogni giorno vengono buttate 4000 tonnellate di cibo. E considerare il cibo una “commodity” ci ha portato anche a pagare i contadini una miseria, 27 centesimi per litro di latte, 10 euro per quintale di grano”.

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