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FIPE E PRO LOCO, ACCORDO IN DIFESA DELLE SAGRE AUTENTICHE, SCRIGNI DI TRADIZIONI CULTURAL-GASTRONOMICHE ITALIANE

Chi non ha mai scorrazzato, una volta nella vita, su e giù per la Penisola in cerca di uno dei “prodotti” nazionali più ricercati: la sagra? Dalla Sagra della Bistecca di Borgo San Lorenzo (Firenze) alla Sagra della Salsiccia di Dugenta (Benevento); dalla Sagra dello Stoccafisso di Vignole Borbera (Alessandria) a quella degli Arrosticini di Turrivalignani (Pescara); dalla Sagra della Ricotta di Prizzi (Palermo) alla Sagra dei Vincisgrassi a Cartoceto (Pesaro-Urbino), il Belpaese è un pullulare di iniziative, spesso storiche, che uniscono tradizioni popolari ed enogastronomia rigorosamente di territorio. È per questo che la Fipe - Confcommercio, e l’Unpli, Unione nazionale Pro Loco d’Italia, firmeranno, l’11 giugno, un protocollo d’intesa teso a promuovere una normativa di tutela delle sagre “autentiche”, che spesso subiscono dei veri e propri plagi a fini speculativi, andando a colpire non solo i consumatori, ma anche il territorio e le sue tradizioni. L’accordo tra Fipe e le Pro Loco fa sì che vengano unite la valorizzazione delle tradizioni culinarie italiane, tradizionalmente fatta dalla Fipe, anche in riferimento alle produzioni tipiche dei territori, e la promozione delle tradizioni culturali locali, svolta dalle Pro Loco. Il risultato sarà l’attivazione di percorsi formativi per fare in modo che i propri operatori territoriali abbiano le conoscenze e le esperienze necessarie per assicurare lo svolgimento delle manifestazioni nel pieno rispetto delle leggi. “Aver raggiunto un punto di intesa - è il commento di Aldo Cursano, vicepresidente Fipe - è un passo importante per la valorizzazione dei prodotti enogastronomici di qualità del territorio. La sagra deve esaltare e promuovere il prodotto e il legame con il suo territorio. La ristorazione diventa lo strumento della trasformazione e della valorizzazione di quel prodotto da poter offrire nel piatto cucinato durante tutto il corso dell’anno. Solo così si può valorizzare la vera eno-gastronomia locale e le ricette ad essa connesse”.

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