02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

FAO/OCSE: I PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI NON TORNERANNO NEI PROSSIMI 10 ANNI AI LIVELLI BOOM DEL 2007-2008

I prezzi dei prodotti agricoli non torneranno nei prossimi dieci anni ai livelli boom del 2007-2008 ma rimarranno, comunque, su livelli più alti rispetto al decennio precedente e si avranno ancora periodiche fiammate delle quotazioni dei cereali. Lo afferma l’Outlook sull’agricoltura 2010-2019, presentato da Fao e Ocse.
Secondo il rapporto, la produzione agricola globale crescerà più lentamente fino al 2019 rispetto al decennio scorso ma rimarrà tuttavia in linea con la necessità stimata dalla Fao di dover aumentare l’offerta di cibo del 70%, entro il 2050, per venire incontro all’aumento della popolazione mondiale. Il rapporto sottolinea come i driver della crescita della produzione e consumo di prodotti alimentari nei prossimi decenni saranno comunque i Paesi emergenti e non quelli industrializzati dell’area Ocse.
In generale, da qui al 2019, la produzione agricola fuori dell’area Ocse crescerà del 22%, mentre all’interno dell’area che comprende i Paesi più industrializzati solo del 10%. “Con politiche adeguate - affermano il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, e il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, nel commentare il rapporto - si può soddisfare la crescita della popolazione attesa nel prossimo decennio”. I governi devono anche essere pronti a reagire - avvisa Gurria - in caso di fiammate dei prezzi, con “discipline più serie rispetto a interventi come il blocco delle esportazioni”.
Secondo il rapporto Fao-Ocse i prezzi del grano e altri cereali nei prossimi 10 anni saranno in media del 15-40% più alti al netto dell’inflazione rispetto al periodo 1997-20; per oli vegetali e burro, in particolare, gli aumenti saranno sensibili, arrivando oltre l’85%; mentre tra i prodotti che risentiranno meno dell’aumento di prezzo, grazie all’aumento di produttività in Cina e Brasile, ci sarà la carne di maiale che é prevista crescere solo del 21%.
Un fattore importante dell’incremento della domanda e dei prezzi alti - affermano Fao e Ocse - è rappresentato dalla crescita sostenuta dei mercati emergenti. Anche la costante espansione della produzione di biocarburanti - sostenuti spesso da politiche governative - contribuirà ad incrementare la domanda di grano e cereali in genere, oltre a oli vegetali e zucchero. Sempre più i maggiori costi di produzione imprimeranno ai prezzi una spinta verso l’alto, specialmente dove vi è un impiego intensivo di energia.
Gurria osserva come “i governi possono fare di più per permettere ai Paesi poveri di aumentare la produzione e come gli aiuti per favorire i flussi commerciali siano sempre più importanti”. Diouf sottolinea che i 20 miliardi di dollari stanziati per sostenere lo sviluppo e l’agricoltura nei Paesi poveri e in via di sviluppo promessi dal G8 de L’Aquila “non sono finora arrivati a destinazione”.
Vanno, intanto, avanti le riunioni tra le parti interessate a quella carta etica che dovrà regolare gli investimenti nell’agricoltura dei Paesi sottosviluppati proteggendoli tra l’altro dal fenomeno del “land grabbing”, o accaparramento delle terre. La Fao rende noto che si è finora trovato l’accordo su 7 punti che devono essere rispettati sia dagli investitori che dai governi locali. Secondo l’Ocse per arrivare al traguardo di questo codice di condotta non serviranno “tempi troppo lunghi”.
Fonte: Ansa

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli