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“AGRICOLTURA, BISOGNA FARE REDDITO. TUTTO IL RESTO È BELLO, MA SERVE A POCO”. COSÌ IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AGRICOLTURA DEL PARLAMENTO UE, PAOLO DE CASTRO. “L’ITALIA DEVE IMPARARE A LAVORARE MEGLIO CON L’EUROPA”

Non Solo Vino
Paolo De Castro

“Bisogna fare reddito. Tutto il resto è bello, ma serve a poco”. È l’analisi nuda e cruda del presente e del futuro dell’agricoltura, del Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, Paolo De Castro. Un pensiero che guarda alla riforma della Politica Agricola Comunitaria (Pac) dopo il 2013.

“Stiamo combattendo una battaglia difficile - spiega a WineNews - perché non è detto che il 40% del bilancio Ue, 54 miliardi di euro, siano ancora destinati all’agricoltura. E non è neanche detto che gli aiuti diretti agli agricoltori, oggi l’80%, della Pac, siano gestiti come oggi, anzi”. Cambiamenti inevitabili, quindi, “ma se gestiti bene potranno portare anche vantaggi”. Ma per fare questo, spiega De Castro, è necessario capire il nuovo modo di fare rappresentanza a livello Ue con i nuovi poteri del Parlamento comunitario.

“Oggi le istanze dei territori possono arrivare in Europa anche con le delegazioni dei deputati, e non più solo con i Ministri e i Governi”. E in vista del dibattito europeo sulla riforma della Pac (Politica Agricola Comunitaria), è “necessario superare i localismi, tipicamente italiani, e costruire una “posizione italiana” da confrontare con quelle degli altri 26 Paesi”. Un percorso che può partire anche da una semplificazione della burocrazia nazionale: “in Germania, per esempio, per i diversi Lander (le nostre Regioni, ndr), c’è un solo ente pagatore nazionale, e non strumenti diversi in ogni Regione”.

Ma il Belpaese deve soprattutto imparare a lavorare con l’Europa: “bisogna smettere, ad esempio, di pensare a norme nazionali sull’etichettatura, che prescindano da quelle comunitarie. E di fare il caos mediatico fatto in questi giorni sul caso “Nutella”, che nessuno si sogna di vietare. Siamo in Europa, e quello che viene deciso a livello comunitario va applicato e rispettato. È in fase di costruzione delle regole che l’Italia deve far sentire la propria voce”.

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