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FARE LA SPESA IN EUROPA: IN ITALIA COSTA L’8% IN PIÚ RISPETTO ALLA MEDIA DEGLI ALTRI PAESI. A COPENAGHEN È DUE VOLTE PIÚ CARO CHE A VARSAVIA. A DIRLO I DATI EUROSTAT

Riempire il sacchetto della spesa in Italia costa l’8% in più di quello che spendono in media iconsumatori nell’Unione Europea, mentre fare la spesa a Copenaghen è due volte più caro che farla a Varsavia: il quadro europeo del “paniere alimentare” nei 27 Stati membri è stato elaborato da Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Ue. Dalla comparazione di circa 500 prodotti emerge un primo dato rilevante: nello Stato membro più caro il livello dei prezzi é due volte più elevato rispetto allo Stato meno caro.
Le differenze non sono giustificate solo dalla ricchezza tra i Paesi a confronto. Lo scontrino in Inghilterra, ad esempio, è di circa il 10% inferiore del prezzo medio europeo, così come in Portogallo, Spagna, Olanda, Slovenia e Malta. Infatti, se 100 è la media Ue dei prezzi per un paniere di prodotti alimentari e di bevande non alcoliche comparabili tra i 27, si passa dal 139% della Danimarca al 64% della Polonia, che batte di pochi punti la Romania (66%) e la Bulgaria (68%).
Per l’Italia, in particolare, l’indice alimentare si ferma sopra alla media Ue, al 108%, registrando i prezzi più elevati per latte, formaggio e uova (124%); seguiti dalla carne (112%), quindi da pane e, o cereali (103%). Per le bevande alcoliche, il cui indice è a parte, la percentuale italiana è del 113%. Fatta qualche eccezione, quindi, i consumatori nei Paesi del centro-nord dell’Ue devono destinare all’alimentazione un bilancio superiore, se si considera che in Francia, Germania, Belgio, Austria, Lussemburgo, Finlandia e Irlanda, i prezzi degli alimenti sono tra il 10 e il 30% più elevati della media europea. Al contrario, per risparmiare sulla borsa della spesa tra il 10 e il 30% rispetto alla media europea, bisogna recarsi nei nuovi Stati membri dell’Ue (Lettonia, Slovacchia, Estonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Lituania), dove i prezzi cominciano ad allinearsi a quelli dei Paesi della vecchia Europa, ma restano ancora contenuti: sono Lettonia, Slovacchia, Estonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Lituania. Così, se la fettina di carne costa in Polonia appena il 56% del prezzo medio Ue, sale invece al 128% in Austria e al 131% in Danimarca.
Nessuna sorpresa poi dall’indice sulle bevande alcoliche, che registra in Finlandia prezzi fino al 170% della media Ue, ma anche in Irlanda (167%), Svezia (138%), Danimarca (135%) sono elevati, facendo concorrenza al vino dei Paesi del sud. Infine, per le sigarette e in generale del tabacco, i prezzi variano rispetto alla media Ue dal 47% della Romania al 217% dell’Irlanda, passando dal 104% dell’Italia.

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