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LA PECORA DOLLY & FIGLI RESTANO NEL PRATO: IL PARLAMENTO UE DICE NO AL LORO ARRIVO NEI PIATTI EUROPEI

C’è chi li definisce “cibo Frankenstein” e chi, invece, in gergo comunitario, li chiama “nuovi prodotti o ingredienti alimentari”: fatto sta che, per ora, la pecora Dolly e la sua discendenza resteranno a pascolare nei prati. A dire no al loro arrivo nei piatti europei è il Parlamento Ue, dal quale arriva un secondo e netto rifiuto, dopo quello del 2008, al progetto di normativa sui cibi derivanti da nanotecnologie, con la richiesta da parte dei deputati europei di una “moratoria” fino a quando non siano esclusi tutti i rischi per la salute.

“Per anni i deputati hanno chiesto una corretta regolamentazione - speiga la relatrice del documento, la deputata olandese della Sinistra Unitaria, Kartika Liotard - è ora che la Commissione europea ascolti il Parlamento e i cittadini su questo problema”. Il commissario Ue alla Salute John Dalli risponde alla critiche annunciando per novembre un rapporto che esaminerà la problematica sotto tutti gli aspetti, da quello scientifico a quello etico, fino al benessere degli animali.

Attualmente, non esiste una normativa europea che autorizzi o vieti prodotti lattiero caseari e carne provenienti da animali clonati. Così, invece di disciplinare quei prodotti in base alle norme sui nuovi alimenti, come vorrebbero Commissione e Consiglio, i deputati insistono su un divieto generale ed una moratoria sulla vendita in attesa di garanzie di sicurezza. In materia di nanotecnologie, il Parlamento chiede anche che qualsiasi ingrediente autorizzato sia indicato in etichetta. Quanto ai prodotti derivati da animali allevati con mangimi Ogm, la maggioranza dei deputati ha invece respinto l’emendamento che ne chiedeva l’etichettatura obbligatoria.

Già dal 2008 i deputati europei avevano posto un netto rifiuto all’utilizzo commerciale di qualsiasi figlio, nipote o pronipote della pecora Dolly. E questo, nonostante l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) avesse affermato che “non esistono differenze tra animali clonati sani e quelli di animali riprodotti in maniera naturale o artificiale”, mentre invece veniva rilevata una maggiore incidenza di malattie tra gli animali clonati. Ora la parola passa nuovamente al Consiglio Ue e, se i 27 non accetteranno la posizione in seconda lettura del Parlamento europeo, si passerà alla procedura di conciliazione, per raggiungere un accordo su un testo condiviso.

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