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FALSO MADE IN ITALY ALIMENTARE, SERVE UN’AZIONE CONGIUNTA TRA ISTITUZIONI, CONSORZI DI TUTELA E ORGANIZZAZIONI DI CATEGORIA. MA LA BATTAGLIA PIÙ DIFFICILE RESTA QUELLA LEGALE, SOPRATTUTTO AL DI FUORI DELL’UNIONE EUROPEA

Imitazioni, contraffazioni, frodi: il made in Italy agroalimentare è ormai sotto assedio, come dimostrano i sequestri quasi giornalieri di prodotti “italian sounding”. L’urgenza di rispondere a questi attacchi spinge verso un’azione unitaria: è il suggerimento emerso ieri, al Ministero delle Politiche Agricole, sulla “tutela delle denominazioni Dop e Igp a livello nazionale e internazionale”. Ferma restando la linea “protezionistica” a difesa dei prodotti a denominazione, è venuto fuori, appunto, la necessità di azioni concertate tra Ministero, organizzazioni di categoria e Consorzi di tutela.

L’ostacolo più arduo resta la difficoltà di tutelare i prodotti colpiti dall’“italian sounding” da un punto di vista giuridico: se recentemente il Parmigiano Reggiano ha ottenuto un’importante vittoria legale nei confronti del formaggio industriale tedesco a nome “Parmetta”, ben più difficile è ottenere garanzie giuridiche nei Paesi extra Ue, dove si concentra la maggior parte delle frodi agroalimentari.

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