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LA PROTESTA DEI PASTORI NON È FINITA, PAROLA DI COLDIRETTI. INCONTRI E INIZIATIVE PER CONTRASTARE LA CRISI DEL COMPARTO

Si estende a tutta Italia la protesta dei pastori aderenti a Coldiretti, che ha infiammato in questi giorni la Sardegna: l’organizzazione degli agricoltori ha programmato una serie di incontri e di iniziative tanto sul tema del mercato, quanto su quello politico-istituzionale, per approntare strumenti efficaci a contrasto della crisi che sta mettendo a rischio i 70.000 allevamenti italiani, con i loro 7 milioni di capi, per una produzione complessiva annua di 7 milioni di quintali di latte.

La decisione è stata presa dal vertice romano di Coldiretti, presenti gli organismi regionali di Sardegna (che produce 3 milioni di quintali di latte all’anno), Sicilia (700.000 quintali), Lazio (600.000 quintali), Toscana (500.000 quintali) e tutte le altre regioni a forte vocazione ovicaprina.

Nel vertice si è posto l’accento sui ritardi istituzionali e sulla debole efficacia delle decisioni politiche, che stentano a frenare - lamenta l’organizzazione agricola - le dinamiche speculative di tipo industriale che mettono in pericolo la stabilità sociale di interi territori. Drammatica la situazione sul piano dei ricavi in Sardegna, dove agli allevatori vengono riconosciuti 60 centesimi al litro per il latte di pecora, un quarto in meno rispetto a due anni fa e ben al di sotto dei costi di produzione.

Altro punto critico è quello della produzione di carne di agnello, che subisce la concorrenza sleale di carni estere che, causa l’assenza dell’obbligo di indicazione d’origine, vengono spacciate per nazionali.

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