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BASTA MEZZO CHILO DI PECORINO IN PIÙ A FAMIGLIA E LA PASTORIZIA SARÀ SALVA. DICE COLDIRETTI, A ROMA CON 1.000 PASTORI PER PROTESTE E PROPOSTE PER IL SETTORE. IN 10 ANNI ALLEVAMENTI A -30% ... LE POSIZIONI: REGIONE SARDEGNA E POLITICHE AGRICOLE

Basta mezzo chilo in più di pecorino in ogni famiglia italiana, e la pastorizia del Belpaese sarà salva. Ecco la semplicissima ricetta di Coldiretti per salvare un settore che da mesi lancia grida d’allarme per la propria sopravvivenza, e che oggi ha visto i pastori arrivare a Roma da Sardegna, Lazio, Toscana, Sicilia, Umbria e altre Regioni italiane per passare dalla protesta alla proposta, con la richiesta di iniziative sul piano politico-istituzionale e su quello del mercato, dove il latte, sostiene l’organizzazione agricola che anima la protesta, “viene sottopagato dalle industrie a livelli insostenibili per gli allevatori”.
Mezzo chilo di pecorino a famiglia in più, e forse non ci sarebbe stato il calo del 30% gli allevamenti di pecore negli ultimi dieci anni in Italia, e neanche il rischio di decimare ancora i 70.000 allevamenti rimasti “che svolgono un ruolo insostituibile per l’ambiente, l’economia, il turismo e la stabilità sociale del territorio”.
I pastori hanno portato con sè a Roma tutti i differenti tipi di pecorino realizzati in Italia dove - sottolinea la Coldiretti - sono stati prodotti nel 2009 oltre 61 milioni di chili di pecorini, per più di metà a denominazione di origine (Dop).
Ma se basterebbe mezzo chilo in più a famiglia sul mercato italiano, dall’export non arrivano buoni segnali: -10% nei primi 5 mesi 2010 (sul 2009), anno che si era chiuso con 16 milioni di chili di pecorini arrivate sulle tavole straniere.Colpa, come al solito, anche della contraffazione e dell’“italian sounding” che sottraggono fatturato ai veri produttori italiani, sfruttandone però l’immagine. Un fenomeno che sta facendo sentire i suoi effetti anche sul mercato nazionale, dove si registra, sottolinea Coldiretti, invece il preoccupante aumento delle importazioni di prodotti a basso costo e qualità da spacciare come italiani, che cominciano ad assumere volumi significativi e sono addirittura quintuplicate (+403% sul 2009).
Nella produzione nade in Italy a denominazione di origine, che è calata nel 2009 del 10%, a fare la parte del leone è il pecorino romano Dop, che copre l’80%, ma hanno ottenuto la protezione comunitaria come denominazioni di origine anche il pecorino Sardo, il Siciliano e il Toscano e quello di Filiano oltre al Fiore Sardo ed al Canestrato Pugliese.

Consigli per gli acquisti - Gli abbinamenti e gli usi del pecorino by Coldiretti ...
“Il pecorino è uno dei formaggi italiani più antichi che veniva prodotto già nella Roma imperiale e faceva parte delle derrate dei legionari, ma è probabile che le sue origini siano da ricercare ancora più anticamente, vista la diffusione delle pecore sul nostro territorio. In Italia è diffuso soprattutto nelle regioni centro-meridionali e nelle isole dove si possono trovare tutte le varietà con diversi gradi di stagionatura: dalle più giovani e dolci a quelle più piccanti a mano a mano che procede l’invecchiamento.
Il pecorino si mangia volentieri da solo, per finire un pasto, ma è anche un ingrediente essenziale di molti piatti regionali. Generalmente in cucina si preferiscono le varietà stagionate per impieghi cotti e quelle più fresche a crudo. Un menu ideale si apre con un antipasto a base di fave fresche, salame e pecorino. Passando ai primi piatti che non possono fare a meno del pecorino ci sono le penne alla buttera (Toscana), i malloreddus al pomodoro (Sardegna), le crespelle con fonduta di pecorino dolce e tartufo nero (Umbria), gli arancini di riso ripieni di mozzarella e prosciutto (Sicilia), gli spaghetti alla carbonara e i bucatini all’amatriciana o alla gricia (Lazio), le trofie al pesto (Liguria), i fusilli Vesuvio e la pizza con pomodoro fresco e pecorino (Campania), i fricelli con polpo, cozze e pecorino (Puglia) e la polenta con salsicce (regioni varie). Un buon secondo dove il pecorino rappresenta un ingrediente indispensabile possono essere le frittelle di tonno e piselli allo zafferano, il calamaro ripieno alla calabrese, le polpette al pecorino, il manzo alla siciliana o il pecorino al forno con miele e noci. Infine come contorni lo chef consiglia insalata rustica con aneto e pecorino, pomodori alla carbonara, melanzane con pecorino e torta di bietole, insalata di carciofi con noci e pecorino e crostata di zucchine alle erbe e pecorino fresco.

Focus - La pastorizia italiana in cifre
- 70.000 allevamenti (- 30% in 10 anni);
- 7,1 milioni di pecore;
- 6,7 milioni di quintali di latte prodotto all’anno, di cui 4,8 milioni consegnati per la trasformazione nei caseifici privati o cooperativi (la prima regione di allevamento in Italia è la Sardegna con 3,2 milioni di quintali latte consegnati, la Toscana con 700.000 quintali il Lazio con 420.000 quintali e la Sicilia con 180.000 quintali);
- 60 centesimi al litro pagati agli allevatori in Sardegna;
- 1 litro di latte al giorno di produzione media giornaliera per pecora.
Fonte: elaborazioni Coldiretti

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