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IL DIRETTORE GENERALE DI CONFAGRICOLTURA, VITO BIANCO: “L’AGRICOLTURA DEVE TORNARE AL CENTRO DELLE SCELTE. POLITICA AGRICOLA FORTE A BRUXELLES E ROMA”

“Per un’agricoltura europea sempre più sostenibile, produttiva e competitiva serve una politica agricola comune forte, come hanno chiesto la Francia e la Germania”. Lo ha sottolineato il direttore generale di Confagricoltura, Vito Bianco, a Bari, nella Fiera del Levante, dall’Assessorato alle Risorse agroalimentari della Puglia.

Il discorso della “europeizzazione” delle politiche agricole rilanciato dal documento di posizione franco-tedesco, piace a Confagricoltura. “Dire no alla rinazionalizzazione significa - ha detto Bianco - continuare ad avere una politica agricola davvero comune a livello europeo”.

Il direttore generale ha posto l’accento in particolare sulla proposta di “reciprocità” ribadita dal documento di Francia e Germania che, se approvata, sarebbe davvero rivoluzionaria. Con essa si chiede che i prodotti importati nell’Ue rispettino la normativa comunitaria, e che quindi rispondano al rispetto delle norme sulla sicurezza alimentare e sulla sostenibilità.

“Bene ha fatto pertanto l’Ue a varare la sua strategia - ha proseguito Vito Bianco - per la competitività e lo sviluppo economico “Europa 2020”. Gli obiettivi di una crescita intelligente (basata sulla conoscenza e sull’innovazione), sostenibile (che guarda alla tutela delle risorse) e inclusiva (cioè solidale, che diminuisca la povertà e favorisca la coesione sociale) sono assolutamente condivisibili e investono in pieno anche l’agricoltura e la politica agricola che non possono essere trascurati nelle strategia dell’ Europa 2020”.

Ha sottolineato il direttore generale di Confagricoltura: “l’agricoltura guarda al 2020, quindi ad una strategia di rinnovamento di medio-lungo periodo, ma c’è una criticità attuale che richiede risposte immediate e comunque interventi tempestivi, che vanno perfezionati in corso d’opera. L’emergenza non può attendere”. “Serve - secondo Bianco - una politica agricola comune forte ma va costruita anche una politica agricola nazionale altrettanto forte e che abbia alle spalle un ministero per le Politiche agricole fortificato ed autorevole”. “L’agricoltura deve essere al centro delle scelte europee e nazionali. Stiamo imparando a conoscere quanto sia strategico l’auto-approvvigionamento alimentare (la vicenda della Russia di quest’estate lo dimostra), così come la stabilità del territorio (ad Atrani solo l’ultima di una serie di disastri idrogeologici che l’agricoltura limita con la sua funzione di difesa del territorio). Quanto costano in termini economici e geopolitici, oltre che di vite umane, simili scompensi?”, si è chiesto Bianco.

“Il Ministero per le Politiche Agricole deve essere rinforzato per poter esprimere appieno quella funzione di coordinamento della politica agricola nazionale prevista per legge, ma che nei fatti è impossibilitato a fare - ha poi detto il direttore generale di Confagricoltura -. E deve poter affrontare univocamente le questioni delle politiche dell’alimentazione (che invece una legge del 1958 affida congiuntamente ai dicasteri di Politiche agricole e Sviluppo economico). Senz’altro gli va riconosciuta una dotazione finanziaria adeguata agli obiettivi ambiziosi che il Paese attribuisce all’agribusiness”.

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