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QUOTE LATTE, IL MINISTRO GALAN: “IL PRESIDENTE AGEA A FAVORE ALLEVATORI FUORI LEGGE”

“Una stravagante dichiarazione del presidente dell’Agea Dario Fruscio sul drappello di allevatori che si sono posti al di fuori della legalità agricola europea in tema di quote latte si merita da parte mia poche parole. Se il presidente Fruscio è già stanco di presiedere Agea si metta in politica, magari facendosi eleggere in Parlamento o, se non altro, si trovi uno spazio da dove poter dettare la linea a Ministri e Governi. Ricordo sommessamente ancora che Agea è un ente che ha la responsabilità di attuare gli indirizzi politici decisi dal Ministro e dal Governo”. Cosi’ il Ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan sulla dichiarazione del presidente di Agea, secondo il quale i produttori in questione “vanno incontro a un grave rischio patrimoniale con l’intervento di Equitalia”.

“Mi risulta - spiega Fruscio - che già soltanto con l’annuncio dell’emendamento poi tradottasi nell’articolo 40 bis della legge n. 122/2010, si è innescato un forte e progressivo rallentamento nelle adesioni alla legge 33/2009. Voglio dire che l’iniziativa per il rinvio della scadenza di giugno ha prodotto, fin dall’inizio, una sorta di stop agli effetti della legge 33. E, a questo punto, a meno di interventi legislativi dell’ultimo momento, su questo drappello di disorientati calerà una pioggia di notifiche di nuove intimazioni di pagamento, con anche l’avvio delle procedure per la revoca delle quote latte assegnate. Evidentemente, ancora una volta come dispone la legge 33/2009, quanti non riusciranno a far fronte alle richieste di pagamento di Equitalia, si troveranno in piena procedura esecutiva, con rischio di perdita d’ogni cosa: in primis della fiducia in chi li ha distolti dalla loro linearita’ contadina e dalla loro cultura e abitudine al rispetto delle leggi; poi rischieranno la perdita anche dei loro beni”.

Il presidente di Agea conclude con un auspicio: “io continuo, anzi voglio continuare a sperare che chi ne ha facoltà possa lavorare fattivamente nella prospettiva di risolvere il caso. In sostanza che la politica voglia trovare per questo drappello di brava e laboriosa gente una via d’uscita. Diversamente sarà il dramma”.

Sull’argomento, giudizi anche di Confagricoltura: “le occasioni per regolarizzare le posizioni sono state offerte più volte, ora non sono più ipotizzabili ulteriori interventi legislativi diretti a favorire gli interessi di un drappello di impenitenti splafonatori delle quote latte; così, ancora una volta, si calpesterebbero i diritti di coloro che, con sacrifici, hanno rispettato le leggi o hanno sanato le irregolarità”. Ad avviso di Confagricoltura dai dati forniti da Agea si rileva che nemmeno l’applicazione delle nuove procedure, per la rateizzazione del debito pregresso introdotte dalla legge 33/2009, ha indotto la minoranza irriducibile degli splafonatori a regolarizzare la propria posizione. “Il settore lattiero - conclude l’organizzazione degli imprenditori agricoli - richiede legalità, trasparenza, norme condivise e rispettate. Solo così si potrà avere una definitiva chiusura della partita quota latte”.

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