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AFGHANISTAN: ZAFFERANO CONTRO OPPIO, NELL’OVEST E’ “GUERRA” AL NARCOTRAFFICO A SHINDAND LA CORSA PER CONQUISTARE LE TONNELLATE DI BULBI DISTRIBUITE DAL PRT ITALIANO

Tonnellate di bulbi di zafferano per sostituire le colture di papaveri da oppio. Arnesi da lavoro e fertilizzanti per convincere gli afghani ad abbandonare le coltivazioni illegali e a guadagnare dal commercio di quello dovrebbe diventare il loro nuovo “oro”. A Shindand, nell’Afghanistan occidentale, gli “anziani” dei villaggi della zona arrivano in massa a ritirare le dieci tonnellate di sacchi di bulbi di zafferano da distribuire agli agricoltori locali. Sotto il sole bollente decine e decine di afghani attraversano campi sterminati, scendono dalle montagne e si ammassano intorno ai camion venuti da lontano, con la scorta di Isaf per sfuggire agli attacchi degli insorti, che si finanziano con il commercio di droga. Gli agenti delle forze di sicurezza afghane picchiano senza scrupoli i bambini che osano avvicinarsi ai sacchi di bulbi di zafferano. Nell’Afghanistan occidentale l’“economia dell’oppio” è alimentata dalla produzione locale e da quella del sud e la “merce” proibita è diretta per lo più nel vicino Iran, ma anche in Tajikistan e Turkmenistan. Per togliere all’Afghanistan la triste egemonia nella coltivazione di papavero da oppio, per il terzo anno consecutivo, il Provincial Reconstruction Team (Prt) di Herat è impegnato nel progetto di distribuzione dei bulbi di zafferano su richiesta del dipartimento dell’Agricoltura, del dipartimento Anti-narcotici e del Consiglio provinciale per lo sviluppo.
L’obiettivo è “distribuire 60 tonnellate (31 delle quali già consegnate, ndr) di zafferano a 350 famiglie, ognuna composta da una decina di persone, e 7,5 tonnellate di fertilizzanti” nei distretti di Shindand, Pashton Zarghon, Injil, Karokh, Zinda Jan, Koshan e Kushk-i-Kohnah, spiega ad Aki (Adnkronos International) - il colonnello Emmanuele Aresu, comandante del Prt. L’obiettivo è convincere la popolazione locale che il passaggio da un tipo di coltivazione a un altro comporta meno problemi e garantisce comunque guadagni. Ma sono in molti a ritenere che questi introiti siano inferiori a quelli derivati dall’oppio, che alimenta la corruzione, vanifica i tentativi di rafforzare le istituzioni del Paese, sostiene gli insorti e contribuisce al fiorire di gruppi impegnati nella gestione dei traffici.
Fonte: Adnkronos International

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