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L’AGRICOLTURA E L’AGROALIMENTARE, ECCELLENZE D’ITALIA, AI MARGINI DELL’AGENDA POLITICA DEL PAESE. NESSUN RIFERIMENTO AL FUTURO DEL COMPARTO NELLE PAROLE DEL GOVERNO NEL RICHIEDERE LA FIDUCIA AL PARLAMENTO

Viva l’agricoltura e l’agroalimentare italiano, nell’empireo dell’eccellenza delle produzioni del Belpaese, i cui prodotti, dal vino all’olio, dai formaggi alla pasta, dai salumi ai dolci, fanno incetta di premi in tutto il mondo. Un comparto che vale 107 miliardi di euro di fatturato all’anno (dati Federalimentare-Ismea 2010), pari al 15% del Pil, a cui contribuisce di più solo il comparto manifatturiero. Un settore che dà lavoro a quasi 2 milioni di persone, con un’importante contributo all’integrazione multietnica, con quasi il 50% dei lavoratori nei campi e nell’industria alimentare stranieri. Un settore che all’export vale 20 miliardi, e che continua a crescere, fra mille difficoltà, burocrazia asfissiante e concorrenza sleale dall’estero su tutte, facendo segnare un +10% nella prima metà del 2010, con frutta, vini e formaggi che conquistano le tavole del mondo, e che potrebbe fare molto di più visto che la “pirateria” sul made in Italy all’estero ha un fatturato stimato in 60 miliardi di euro. Un comparto che, con la fatica di chi ci lavora e ci investe, sta ottenendo risultati straordinari nonostante la situazione economica, i prezzi riconosciuti ai produttori ormai da tempo ai minimi storici, con intere filiere costantemente a rischio crack, dal pomodoro al latte, dall’allevamento al vino. E che contribuisce pesantemente anche all’economia di altri settori, da quello del turismo legato ai paesaggi rurali e all’enogastronomia, a quello della logistica e del trasporto delle merci, passando per il design, il packaging, l’edilizia per le strutture produttive, la meccanica per i macchinari e via dicendo. Tutti buoni motivi, insomma, per tenere il comparto nella massima considerazione. Alla luce di questo spiace costatare che, nel momento in cui il Paese attraversa una fase politica delicatissima, nel chiedere (e ottenere) la fiducia ai Camera e Senato, il Governo, che giustamente ha parlato di industria, infrastrutture, giustizia e così via, non abbia neanche citato l’agricoltura e l’agroalimentare italiano tra i temi principali dell’agenda politica.

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