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ORIGINE IN ETICHETTA, LA CAMERA DICE “SÌ”. ORA TOCCA AL SENATO, POI SARÀ OBBLIGATORIO INDICARE L’ORIGINE IN TUTTI I PRODOTTI, E LA PRESENZA DI INGREDIENTI CON OGM. MA C’È IL RISCHIO CHE L’UE BOCCI IL PROVVEDIMENTO. FOCUS: COSA DICE CONFAGRICOLTURA

Manca solo il “placet” del Senato, e il ddl etichettatura approvato oggi dalla Camera, praticamente all’unanimità, sarà legge. E così nei prodotti alimentari, non trasformati o trasformati (anche solo parzialmente), si dovrà leggere il luogo di origine e di provenienza, e l’eventuale presenza di ingredienti con Ogm in qualunque fase della catena alimentare, dalla produzione iniziale al consumo finale. L’obiettivo del ddl “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti agroalimentari”, già approvato in prima battuta dal Senato, ma poi modificato dalla Camera, è dare un’informazione più completa ai consumatori, e rafforzare la prevenzione delle frodi. Esulta il Ministro Galan, che ringrazia anche l’opposizione “per i contributi che hanno permesso di migliorare il testo”, e parla di “un provvedimento che garantirà ai consumatori di scegliere nella trasparenza e ai produttori italiani di produrre nella certezza.
I prodotti italiani saranno così garantiti dal campo alla tavola”. Bene anche per la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, per cui l’approvazione del provvedimento rappresenta “una garanzia per i consumatori e per gli agricoltori italiani”, e Coldiretti, che sottolinea anche come la legge, quando sarà approvata, sancirà la fine della “pubblicità ingannevole”, perché “l’origine degli alimenti non potrà essere omessa neanche nella comunicazione commerciale. Niente più pubblicità al succo di arancia con le immagini della Sicilia se viene utilizzato quello proveniente dal Brasile ...”. Anche Fedagri-Confcooperative plaude all’impegno bipartisan del mondo politico, ma sottolinea però che nonostante nel ddl “siano state eliminate, con l’eccezione dell’emendamento sulla concentrazione delle cooperative, tutte le voci che prevedevano un impegno finanziario, lasciando soltanto la misura dell’etichettatura dei prodotti agroalimentari, questa, per quanto importante e sostenuta anche da Fedagri-Confcooperative, non può da sola dare risposte a un settore che da tempo denuncia una forte crisi di redditività”.
Il rischio più concreto, però, è quello di gioire per una vittoria effimera: le normative sull’etichettatura vengono dettate dall’Unione Europea, che potrebbe bocciare il provvedimento italiano (che già aveva trovato l’opposizione “interna” di Federalimentare). Senza considerare che la presidenza belga dell’Ue sottoporrà al Parlamento una proposta di etichettatura comunitaria che si basa su uno studio il cui scopo è verificare l’utilità di indicare in etichetta l’origine dei prodotti e valutarne i costi attuativi.

Focus - Confagricoltura: “il ddl sull’etichettatura può servire per affrontare temi importanti come la trasparenza, ma non dimentichiamo tutto quello che c’è da fare per l’agricoltura e che manca nel provvedimento”
È una voce leggermente fuori dal coro, quella di Confagricoltura, sull’approvazione del ddl sull’etichettatura da parte della Camera. “Il provvedimento che obbliga all’indicazione dell’origine in etichetta varato oggi dalla Camera - ha commentato l’organizzazione agricola - può costituire un’occasione per affrontare temi importanti come la trasparenza nei confronti del consumatore ma non deve far perdere di vista alcuni elementi che Palazzo della Valle aveva indicato già qualche giorno fa, in occasione del varo del testo in Commissione Agricoltura. In particolare, in attesa di conoscere i dettagli del testo approvato ed alla luce degli elementi sin qui noti, Confagricoltura osserva che:
occorrerebbe maggior chiarezza sui possibili effetti del provvedimento quanto ai concetti di “prevalenza” della materia prima e di “ultima trasformazione sostanziale”. Due elementi che, paradossalmente, potrebbero, a certe condizioni, aumentare la confusione del consumatore anziché diminuirla;
la possibilità di limitare l’obbligo di etichettatura solo ad alcune produzioni consentirà un certo margine di flessibilità ma anche il rischio di vedere escluse dal provvedimento alcune produzioni strategiche;
va pure chiarito se l’obbligo di indicazione in etichetta degli “ingredienti” Ogm utilizzati “dalla terra alla tavola” per la produzione di alimenti debba intendersi riferita anche all’utilizzo di mangimi transgenici. Anche questo aspetto è rilevante per valutare reale portata del provvedimento. Su tutto, però rimane il forte pregiudizio che grava su questo testo in merito alla sua compatibilità rispetto al diritto comunitario. Come Confagricoltura abbiamo sempre preferito, come nel caso dell’olio di oliva, una disciplina concepita e varata a Bruxelles, per evitare ogni possibile contenzioso che indebolirebbe peraltro la posizione dell’Italia in sede comunitaria alla vigilia di un negoziato delicato per il futuro della Pac. Infine - conclude Confagricoltura - non va trascurato cosa in questo provvedimento, che dovrebbe rafforzare la competitività dell’agroalimentare italiano, non c’è. Abbiamo fiducia nel ministro Galan, ma non possiamo far finta di ignorare che il Parlamento sta privilegiando la normativa sull’etichettatura rispetto alle misure finanziarie - dalle agevolazioni previdenziali, al gasolio sotto serra, ai fondi per la bieticoltura - che gli agricoltori italiani attendono da diverso tempo e che auspichiamo vengano quanto prima varate”.

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