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NEL 2010 EXPORT ALIMENTARE VERSO RECORD DI 26 MILIARDI DI EURO: COSÌ LA COLDIRETTI DA CERNOBBIO SU DATI ISTAT. CONFAGRICOLTURA: CONFERMA SUCCESSO PRODOTTI AGRICOLI NEL MONDO. FOCUS: PER 1 ITALIANO SU 4 IL MADE IN ITALY VALE DOPPIO

Sono più che doppie le esportazioni di grappa (+135%) in Russia, il paese della vodka, aumentano quelle di salsicce in Germania, la terra dei wurstel (+23%) e di pasta in Cina (+17%), dove il riso corre il rischio di essere soppiantato. A dirlo è la Coldiretti, sulla base dei dati Istat sul commercio estero del primo semestre 2010, comunicati oggi nel Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione organizzato a Cernobbio, dai quali emerge che, in questo periodo, è stato registrato il massimo valore di sempre. “Se il trend dovesse proseguire - spiega Coldiretti - si raggiungerà a fine anno quota 26 miliardi, frutto di esportazioni effettuate per la grande maggioranza nei Paesi dell’Unione Europea, ma anche negli Stati Uniti e nei mercati emergenti come la Cina”. Confagricoltura pone in evidenza come, tra gennaio ed agosto, le esportazioni agricole siano aumentate di quasi il 20% (+18,8%) sullo stesso periodo del 2009. Decisamente di più di quanto hanno “corso” finora le esportazioni italiane complessive.
Gli esempi della grappa, delle salsicce e della pasta, osserva la Coldiretti, sono rappresentativi del successo del made in Italy agroalimentare sulle tavole del mercato globale, dove i prodotti del Belpaese fanno registrare complessivamente un +10% in valore nel primo semestre 2010, con la crescita a due cifre della presenza di ortofrutta, vini e formaggi. A crescere, continua la Coldiretti, sono soprattutto l’ortofrutta (+16%), i formaggi e latticini (+14%), l’olio di oliva (+11%) e il vino (+9%); restano sostanzialmente stabili due cavalli di battaglia del made in Italy all’estero come la pasta e le conserve di pomodoro. Positive, prosegue la Coldiretti, sono soprattutto le performance dei prodotti a denominazione di origine come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, che mettono a segno un aumento record del 23% sui mercati mondiali.
L’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare, sostiene la Coldiretti, da una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. All’estero, stima la Coldiretti, il falso Made in Italy a tavola fattura 50 miliardi di euro e sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro.
Il dato su cui si sofferma Confagricoltura è, invece, quello delle importazioni, cresciute tra gennaio ed agosto in misura decisamente minore della crescita dell’export (+8,6%), garantendo così un lieve miglioramento del saldo commerciale. Permane, di contro, un minore dinamismo nell’export dei prodotti trasformati, cresciuti dell’8,9% da gennaio ad agosto, per un incremento dell’export agroalimentare complessivo che si è fermato ad un +10,8%, inferiore quindi del recupero che sta garantendo l’export italiano complessivo (+14%). Anche se non va trascurato, per Confagricoltura, che il comparto agroalimentare nel 2009 ha subito la crisi economico-finanziaria, in termini di calo dell’export, molto meno del resto dell’economia.
“In ogni caso - prosegue Confagricoltura - il dato dell’aumento dell’export agricolo conferma le buone prospettive di collocamento all’estero dei nostri prodotti che abbiamo anche contribuito ad incentivare con iniziative di promozione. Ora occorre un maggiore impegno per rafforzare la tendenza positiva registrata in questi primi otto mesi dell’anno ed evitare aumenti dell’import con concessioni commerciali squilibrate come quelle che sta negoziando l’Unione Europea con i Paesi Terzi”.

Focus - Coldiretti: per 1 italiano su 4 il made in Italy vale doppio, e il 91% ha fiducia nel cibo italiano, che batte vestiti e mobili
Per quasi 1 italiano su 4 (23%), il cibo italiano dal campo alla tavola vale almeno il doppio, nonostante il momento di crisi economica. Emerge dall’indagine realizzata da Coldiretti-Swg e presentata nel Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione, organizzato da Coldiretti a Cernobbio.
Il valore superiore agli alimenti realizzati con prodotti coltivati o allevati interamente in Italia è largamente riconosciuto: due italiani su tre (65%) ritengono valga dal 10% in su. La fiducia nel made in Italy rispetto al prodotto straniero - prosegue la ricerca - è del 91% per gli alimenti, del 66% per i vestiti, del 55% nei mobili, del 49% per la cosmetica, del 39% per gli utensili, del 26% per auto e motorini e del 18% per l’elettronica e cresce nel 2010 in tutti i settori.
La superiorità del made in Italy alimentare è attribuita al rispetto di leggi più severe, alla bontà e freschezza e alla garanzia di maggiori controlli. L’attenzione all’origine del prodotto è evidenziata dal fatto che - sottolinea la Coldiretti - ben il 97% degli italiani ritiene che dovrebbe essere sempre indicato il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti. Secondo il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, si tratta di un “riconoscimento dell'impegno degli imprenditori italiani nel garantire la leadership qualitativa nella produzione agricola. Il modello agricolo italiano è vincente nel mondo dove ha conquistato primati nella qualità, tipicità e nella salubrità delle produzioni, ma anche nel valore aggiunto per ettaro di terreno, ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dall’agricoltura italiana, che è oltre il triplo di quella Usa, doppia di quella inglese, e superiore del 70% di quelle di Francia e Spagna”.
Le produzioni italiane, prosegue la Coldiretti, hanno poi il primato della sanità e della sicurezza alimentare, con un record del 99% di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici al di sotto dei limiti di legge. L’agricoltura italiana vanta inoltre la leadership nei prodotti tipici, con 210 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall'Unione Europea, senza contare le 4.511 specialità tradizionali censite dalle regioni.

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