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NO ALLA PECORA DOLLY E DISCENDENZA PER I PROSSIMI 5 ANNI: OGGI LA COMMISSIONE EUROPEA SI PRONUNCERA’ PER LO STOP ALLA CLONAZIONE. COLDIRETTI: “BENE STOP CLONI A TAVOLA, MA E’ ALLARME PROGENIE”

No alla pecora Dolly e alla sua discendenza per i prossimi cinque anni nel piatto degli italiani e degli europei. Oggi Bruxelles si pronuncerà “in favore di una sospensione in Europa della tecnica di clonazione a fini alimentari”. Una decisione, spiega Frederic Vincent, portavoce del Commissario europeo alla Salute John Dalli, che “riguarda soprattutto i bovini e i suini. Il divieto non si applica invece alla ricerca, alla ricerca farmaceutica, o ancora della preservazione delle specie in via di sparizione. Attualmente è già possibile clonare i cavalli e animali da compagnia come cani e gatti”. Una “decisione positiva”, secondo la Coldiretti, “ma rimangono perplessità sulle mancanza di chiarezza per quando riguarda la presenza sul mercato della progenie di animali clonati”.

La Commissione Europea appare, dunque, decisa a mettere sul tavolo una comunicazione che potrebbe diventare la soluzione di compromesso per mettere d’accordo il Consiglio dei Ministri e il
Parlamento Europeo sulla regolamentazione in Europa dei nuovi alimenti, la cosiddetta “Novel food”. Proprio nel quadro di quest’ultima, Bruxelles ha proposto due anni fa di rivedere il regolamento in vigore in quanto nuovi alimenti arrivano sul mercato. In materia di clonazione, gli
uffici del Commissario Dalli, spiega il portavoce, “ritengono che la “Novel food” sia lo stesso clone, mentre non lo sono i discendenti in quanto nascono dopo condizioni di inseminazione
normale”. Per Bruxelles quindi “la carne e il latte di discendenti di animali clonati sono carne e latte al pari degli altri prodotti”.

Una posizione completamente opposta a quella sostenuta dal Parlamento Europeo che chiede un divieto completo sulla clonazione, mentre il Consiglio dei Ministri dell’Ue ritiene sufficiente introdurre un’etichetta speciale per gli alimenti provenienti dai discendenti degli animali clonati. Il progetto di moratoria permetterebbe, in materia di clonazione, di far chiarezza sotto il profilo giuridico, in quanto nell’Ue solo la Danimarca vieta la clonazione a fini commerciali - alimentazione inclusa - e l’autorizza solo per la ricerca. “Per il momento quindi - spiega Frederic Vincent - in Europa non si mangiano animali e derivati clonati ma il dubbio resta. L’estate scorsa ad esempio, un allevamento scozzese che aveva importato dagli Usa degli embrioni e del seme provenienti da un “superbovino”, ha riconosciuto di aver prodotto latte e carne e di averla introdotta nella catena alimentare”. Il portavoce però tiene a chiarire: “non è un problema di salute umana, ma è una questione di salute animale e di etica”. Dopo la proposta della Commissione Europea la ricerca della soluzione passa al Consiglio e al Parlamento Ue.

Secondo la Coldiretti occorre intervenire anche per impedire l’arrivo sul mercato di latte e derivati provenienti dagli eredi delle mucche clonate che rappresenta un rischio concreto anche per l’Italia che è il piu’ grande importatore europeo di latte e derivati dall’estero. Un allarme che è stato oggetto di un’indagine dell’agenzia per gli standard alimentari britannici che ha confermato che la carne prodotta da almeno un toro nato da esemplari clonati è stata messa in commercio questa estate in Gran Bretagna illegalmente e verosimilmente è stata mangiata. Per la Coldiretti, la commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati “è un rischio inaccettabile che oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori e di rispetto della biodiversità pone evidenti perplessità di natura etica che occorre affrontare prima che sia troppo tardi. Dopo oltre tredici anni dalla scoperta della pecora Dolly, pubblicata sulla rivista Nature del febbraio 1997 - sottolinea la Coldiretti - oggi è possibile clonare un animale con una spesa attorno i diecimila e la tecnica riguarda già molti animali da allevamento dalle pecore ai maiali, dai tori ai cavalli, con sperimentazioni effettuate anche in Italia con il toro Galileo, la cavalla Prometea e anche con un muflone selvatico”. Del resto, aggiunge la Coldiretti, la maggioranza assoluta dei cittadini europei ed italiani, secondo l’ultima indagine di Eurobarometro, boccia la possibilità che latte, formaggi e carne provenienti da animali clonati arrivino sulle tavole per motivi ambientali, etici, sanitari ed economici, avendo peraltro ben chiaro il significato della nuova tecnica. Il 79% degli italiani conosce infatti in cosa consiste la tecnica della clonazione animale, ma ritiene che siano chiari gli effetti di lungo periodo sulla natura (81%), che potrebbe compromettere la biodiversità (63%), che causi sofferenza agli animali (52%) e che sia moralmente sbagliata (69%). Il 64% ritiene pertanto che la clonazione a fini alimentari non sarebbe mai giustificabile con la maggioranza dei cittadini che non comprerebbe mai latte o carne da animali clonati e per questo, sottolinea la Coldiretti, il 78% dichiara che un sistema di etichettatura dovrebbe essere reso obbligatorio qualora fossero venduti prodotti derivati dalla progenie di animali clonati discendenza - per i prossimi cinque anni - nel piatto degli italiani e degli europei.

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