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LE MUCCHE? SONO VIOLA E PARLANO CON UMANI E ALTRI ANIMALI: E’ LA VISIONE FANTASIOSA DELLA MAGGIOR PARTE DEI BAMBINI, SECONDO UNO STUDIO DELL’UNIVERSITA’ DELLA VALLE D’AOSTA. MA A FAR CAMBIARE IDEA AI PIU’ PICCOLI, CI PENSANO LE FATTORIE DIDATTICHE

Per la maggior parte dei bambini - da Aosta a Palermo - le mucche parlano come gli esseri umani, interagiscono con gli altri animali della fattoria e sono di colore viola. Una visione distorta (e fantasiosa, ndr) della realtà emersa da una ricerca di Paola Matteotti dell’Università della Valle d’Aosta. L’indagine rivela anche che nella visione dei più piccoli l’agricoltore non esiste, ma sono gli stessi animali a gestire la fattoria dove la vita scorre serena in un ambiente bucolico, brilla sempre il sole e non piove mai. Come nel fantastico mondo di Richard Scarry, scrittore e illustratore statunitense, popolare per i suoi numerosi libri per bambini . Ma per far avvicinare i bambini, ma anche gli adulti, alla “vera” vita rurale sono nate le fattorie didattiche, come quelle ai piedi delle Alpi in Valle d’Aosta, aziende agrituristiche che, oltre all’offerta di ristorazione e ospitalità, organizzano attività finalizzate alla scoperta degli animali, delle origini dei prodotti alimentari, del lavoro agricolo.
Un’iniziativa disciplinata da una legge regionale del 2006 e cofinanziata dal Fondo sociale europeo. Ogni azienda si è dotata di spazi attrezzati per accogliere scolaresche e per svolgere attività didattiche. A tenere le lezioni sono operatori che hanno frequentato corsi di formazione specifici. “Attraverso questo tipo di struttura - spiega Stefania Pendezza, insegnante di Scuola Primaria a Bergamo ed esperta di didattica agro-ambientale - i bambini recuperano un mondo e un insieme di informazioni altrimenti perduti. I piccoli studenti portati nelle fattorie si stupiscono infatti che il latte appena munto sia caldo, scambiano la marca auricolare dei bovini per l’etichetta del prezzo, scoprono che le api sono pelose e che le patate non crescono sugli alberi ma sottoterra”. Secondo la psicologa Carla Pieretti, “le fattorie didattiche non sono solo un prezioso strumento pedagogico, ma anche un’occasione di integrazione tra mondi diversi”. Ovvero per far avvicinare la città alla campagna, ma anche viceversa. “Oggi la maggior parte dei giovani - aggiunge l’assessore all’Istruzione della Regione Valle d’Aosta, Laurent Vierin - non ha una reale cognizione di cos’é la natura. Le fattorie didattiche possono essere una buona occasione per trasmettere saperi ma anche sensazioni che rischiano di perdersi”.

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