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I NAC DI SALERNO SEQUESTRANO 4.607 QUINTALI DI CONCENTRATO DI FALSO POMODORO ITALIANO DALLA CINA. GALAN: “NON INTENDIAMO PERDERE LA SFIDA DEI CONTROLLI”. COLDIRETTI: “OPERAZIONE IMPORTANTE CHE EVITA DANNI ALL’IMMAGINE DEL PAESE”

La maxi operazione, che ha portato il Nucleo Antifrodi di Salerno al sequestro di 4.607 quintali di doppio concentrato di falso pomodoro italiano proveniente dalla Cina, è stata accolta con soddisfazione dal Ministro per le Politiche Agricole Giancarlo Galan, che sottolinea come “quella dei controlli è una sfida che non intendiamo perdere, e anzi continueremo a tenere alta l’attenzione, senza nessuno sconto per coloro che attentano alla trasparenza e alla legalità, uniche garanzie necessarie per la valorizzazione e la tutela della qualità dei prodotti made in Italy”. Per la Coldiretti l’operazione è “particolarmente importante per evitare che venga spacciato sul mercato nazionale ed estero il falso pomodoro “made in Italy”, a danno dell’immagine e dell’economia del Paese”.

Il sequestro è avvenuto in esecuzione del decreto emesso dal Gip del Tribunale di Nocera, e ha riguardato una quantità di concentrato di pomodoro pari a 931.978 barattoli da 150 grammi, “confezionati con etichette attestanti indebitamente l’origine italiana del prodotto, in realtà ottenuto dalla lavorazione di triplo concentrato di pomodoro proveniente dalla Repubblica popolare cinese e destinato al mercato estero”.

Il pericolo delle importazioni di concentrato di pomodoro cinese, del resto, era stato sollevato pochi giorni fa al Forum di Cernobbio, dal quale è emerso che sono state importate in Italia 161.215 tonnellate di pomodori preparati o conservati, di cui il 52,9% dalla Cina, destinate per il 98,6% del totale alla sola provincia di Salerno, patria del San Marzano, un trend in crescita costante (+272% negli ultimi 10 anni) che rappresenta la prima voce delle importazioni dal gigante asiatico. La Coldiretti denuncia come dalle navi cinesi sbarchino quotidianamente fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato da rilavorare e confezionare come italiano, dato che nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro. Il quantitativo che sbarca in Italia dalla Cina dovrebbe superare ogni anno i 100 milioni di chili, pari al 15% della produzione di pomodoro fresco italiana destinato alla trasformazione realizzata in Italia.

Per affrontare compiutamente il problema, la Coldiretti propone l’estensione a tutti in derivati dell’obbligo di indicare l’origine del pomodoro utilizzato nelle conserve, una stretta nei controlli sulle importazioni del pomodoro cinese, e penalizzazioni per le industrie e le organizzazioni dei produttori responsabili di comportamenti scorretti.

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