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DOPO MILANO, “GUALTIERO MARCHESI E LA GRANDE CUCINA ITALIANA”, LA MOSTRA CHE CELEBRA GLI 80 ANNI DEL “MAESTRO”, VA IN TOUR NEL MONDO: PRIMA TAPPA A BRUXELLES, AL PARLAMENTO EUROPEO (26-29 OTTOBRE) E POI ALL’ “ESPACE MONTE PASCHI” (4-12 NOVEMBRE)

Dopo il Castello Sforzesco nella sua Milano, “Gualtiero Marchesi e La Grande Cucina Italiana”, la mostra che celebra gli 80 anni del “padre” della cucina italiana, il maestro che l’ha traghettata verso la modernità, inizia il suo tour in giro per il mondo. Prima tappa, sarà Bruxelles dove, dopo la presentazione all’Ambasciata Italiana (25 ottobre), la mostra sarà ospitata prima al Parlamento Europeo (dal 26 al 29 ottobre) e poi all’Espace Monte Paschi (dal 4 al 12 novembre). Un’occasione speciale, nella quale sarà presentato anche “Gualtiero Marchesi. La logica delle cose semplici”, il primo Quaderno della Fondazione Marchesi, che accompagna il percorso espositivo (info: www.marchesi.it).
Una mostra ripensata, spostando ancora più l’accento sulle ricette e sulla straordinaria continuità d’invenzione che accomuna i menu scritti dal maestro tra il 1960 e il 2010, a partire dall’esperienza giovanile dell’Albergo Ristorante “Al Mercato” , accanto ai genitori, alle successive aperture di ristoranti in via Bonvesin de la Riva, a Milano, ad Erbusco, in Franciacorta, al Teatro Alla Scala con “Il Marchesino”.
Filo ideale di piatti che, partendo dall’impasto di microclima e tradizioni lombarde del maestro, incontra, prima, l’alta cucina francese, e poi, nella seconda metà degli anni Settanta, la Nouvelle Cuisine, con cui si afferma l’idea che il gusto conviva con la leggerezza e quindi la salute del corpo. Proprio la scoperta della Nouvelle Cuisine rafforza in Marchesi l’ideale della semplicità attraverso cui raggiungere l’eleganza. Trovare la semplicità significa eliminare il superfluo, avvicinandosi alla logica delle cose e acquisire il segreto della misura, della durata e, in definitiva, della bellezza. Da questo lungo viaggio emerge accanto alla figura dell’innovatore, quella altrettanto complessa dell’artista che rende innanzitutto conto a se stesso. La tavola di Marchesi è una tavola dove nulla è disposto a caso e tutto segue la ritmo di una rappresentazione: è cibo e messa in scena, tradizione e gioco, composizione e tecnica.

Il capitolo dedicato al design, ai piatti, ai bicchieri, alle posate, ai legni ha lo stesso peso delle incursioni nel campo della pittura e dell’arte concettuale. Sfogliando il Quaderno della Fondazione Gualtiero Marchesi, scritto in versione bilingue per le future mostre all’estero, affiora costantemente il concetto che Marchesi ha trasformato in manifesto della sua cucina: la forma è materia. Un’affermazione che, in questi tempi equamente divisi tra estetismo e volgarità, suona come un avvertimento e un’indicazione di sapore classico, corroborata dall’altra in cui si ribadisce che il bello è il buono.

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